Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°8 - 1995 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane

Rassegna Bibliografica

NAZZARENO MENEGHETTI,
Memorie 1884-1920, acuradiNerina
Meneghetti, Grafiche Antiga,
Cornuda 1994, pp. 240.

Dopo anni di inquietante sonno, a partire dal 1951, vedono finalmentele stampe le memorie del professor Nazzareno Meneghetti di ancora felice memoria. Il merito va alla figlia Nerina, la quale è riuscita a ritrova-le nella casa della sorella in Conegliano, conservate in una cassettina militare, insieme ad altri manoscritti.
E un racconto nella prima parte travolgente, soprattutto quello degli studi in Seminario; un momento difficile dell'infanzia nel tormento di farsi prete o scegliere un'altra strada. Scrive Meneghetti: "Mi vedo in San Clemente, solo, in un giorno luminoso (non potevo aver più di cinque anni) e mi domando: "che c'è sopra il sole?. Le stelle. E sopra le stelle? Altre stelle. E sopra queste? Altre ancora. E sopra? Dio. Così arrivai ancor bambino, da me, all'idea di Dio, mentre nelle immagini chiesastiche avevo visto una figura umana con una lunga barba bianca e la testa chiusa in un triangolo".
E dall'esperienza seminariale a quella di studente in Bologna è tutto un vortice di voler vivere, conoscere, studiare gli altri e soprattutto sè stesso. E poi lo stretto legame con Giovanni Pascoli ed un folto gruppo di amici che riuscivano a condividere le sue ansie e le speranze. Da non dimenticare è pure la sua esperienza veneziana: "A Venezia restammo così immersi in un mare di sogno finchè ebbi denari in tasca".
Infine la guerra ed il vorticoso correre sui vari fronti, prima in Cadore, poi sull'Isonzo, in Albania e sul Grappa.
Quello di Meneghetti è un diario-memoria che si legge tutto d'un fiato, tanto l'autore sa trascinare il lettore. Sembra abbia scritto veramente con l'intento che, un giorno, questo lavoro non dovesse rimanere chiuso in un cassetto.

Giancarlo Follador


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