Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°5 - 1990 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane


Rassegna Bibliografica

P.A. PASSOLUNGHI, "I Colla!to. Linee, documenti, genealogie per una storia del casato", Treviso, 1987, pp. 272.


Pier Angelo Passolunghi già specializzatosi nello studio del monachesimo benedettino nel trevigiano, da qualche anno si èfelicemente accostato alle vicende collaltine con interventi e riflessioni apparsi su pubblicazioni locali e nazionali. Ora, con l'opera in esame, frutto di una paziente e accurata indagine, propone la genesi e la vita secolare di questo casato, da lui a ragione definito "tra i più illustri, se non forse il più illustre, del Veneto ".
L'opera si articola in tre parti distinte e complementari tra loro.
Nella prima sono narrate con metodo agile e moderno, sorretto dal rigore storico nella consultazione delle fonti edite e inedite che contraddistingue i lavori del Passolunghi, le vicende dei Collalto dalle origini documentate (sec. X) agli inizi del '900.
La seconda parte comprende un "corpus" di ben 41 documenti, in gran parte inediti, dall'anno 958 al 1822, un mini codice diplomatico collaltino proveniente da archivi nazionali (Milano, Modena, Treviso, Venezia),

esteri (Brno, Rokycany) e da collezioni private, che costituisce l'ossatura del volume.
La terza parte, infine, propone una "genealogia" della famiglia, compilata nel 1707 dall'abate Enrico di Collalto (amico di Apostolo Zeno e del Muratori), integrata dall'Autore con notizie ricavate da altri documenti.
Ampio, di effetto e significativo il contributo iconografico, in particolare la riproduzione (in buona parte a colori) di stampe, oleografie e dipinti raffiguranti vedute dei castelli Collalto, S. Salvatore, Pirnitz e Ungarschitz.
Un lavoro, quello di Passolunghi, che tra i molti pregi, ha soprattutto quello di offrire agli studiosi un apporto determinante per l'individuazione e l'approfondimento della storia dei Collalto e che si propone, come sottolinea l'autore, quale "stimolo e contributo d'avvio in vista di un rapido superamento della mancata tradizione di studi collaltini, filone storiografico che, aperto alle più ampie connessioni di storia veneta e centroeuropea, è meritevole di ulteriori impegnativi lavori ".
Una doverosa nota di merito al conte Rambaldo di Collalto, che con l'illuminato mecenatismo ha reso possibile la pubblicazione.

Oscar De Zorzi

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