Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°4 - 1985 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigianae

Idediti e Documenti


CARLIDA STEFFAN

UN ARTIGIANO DEL CINQUECENTO: DANIELE DA SERRAVALLE

La schedatura delle pergamene dei secoli XVI e XVII del Fondo dell'Archivio Storico di Vittorio Veneto, ora presso la Biblioteca Civica, sta giungendo ad una sistemazione definitiva. Vista la maggior parte dei documenti a carattere privato e di ambito locale (compravendite, testamenti, strumenti dotali), ci sembra interessante auspicare la pubblicazione delle pergamene più significative fra cui proponiamo qui un documento di Filippo Il, Re di Spagna. La data è 1556, periodo di dominazione spagnola sul Ducato di Milano al quale si riferisce tale documento. Ma a noi interessa da vicino perché il Regulator Malei di cui si parla èun tal Magister Daniele da Serravalle. Citato nel lavoro di E. Tranchini-F. Foti, Le antiche fabbriche di Armi Bianche come prestigioso costruttore di spade, Daniele lavorò per 15 anni a Milano nella Fucina della Porta Giovia come Sovrintendente al Maglio, coadiuvato da altri due Maestri e per uno stipendio annuo di 168 scudi. Fonte interessante per quanto riguarda la produzione del Maglio in questi 15 anni è un documento riportato in un lavoro di Gelli-Moretti, Fabbriche d'Armi e Armaioli Milanesi, Milano 1906. Vista la limitata diffusione della pubblicazione ho riportato di seguito il testo del documento. Una precisa


CARLIDA STEFFAN, laureanda in Musicologia presso la Scuola di Paleografia e Filologia Musicale di Cremona, sta lavorando alla catalogazione del Fondo dell'Archivio Storico di Vittorio Veneto.

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zione è doverosa:, questi autori in Daniele de Serraval, che compare in un altro documento citato anche come Daniel de Serravaloya, leggono Daniele Serrabaglio o Serrabaglia della famiglia Busti. Penso che noi possiamo leggere più semplicemente Daniele proveniente da Serravalle.
(MIL. ARCH. ST. Sez. Mil. Armi e Fabb. d'Armi - databile post 1565)
"Maestro Daniel Serrava/lo fu posto alla impresa del Maglio del Castello di Mi/ano l'anno 1549 con salario de scuti 168 l'anno, et dui ayutanti, il quale ha servito anni quindeci tra i quali ne sono anni quattro che '1 maglio non ha potuto lavorare per difetto de/i mantici et altri acconci che gli vano fatti et per l'impedimento ha portato la fabrica del Castello all'acqua. Nel tempo che 'I maglio ha lavorato detto maestro ha fatto libre 143666 e 1/2 de ferramenta nova et libre 14915 de ferramenta vechia, la quale dalla sua convenfione al precio si pagava di fora porta utile alla camera libre 8266 soldi 10, denari 9 et in detto tempore ha fatto ancora rubbi 4388 de ba/le a precio di soldi 24 e 1/2 il rubbo, che di fora l'a pagato la camera soldi 30,33 et 40, pero al men precio la camera ne sente utile libre 1207 soldi 9 den".
"Nel tempo chel maglio non poteva lavorare detto maestro si contenta lavorare per due quattrini meno la libra il ferro di quello facevano gli altri et fabricò libre 51343 de ferro novo dove ne usito de utile ala Camera libre 1283 soldi 11 denari 6 che in prima sono libre 10757 soldi 11 den. 3 et la paga detuto ci detto tempo importa libre 13860".
"Il tempo però chel detto maglio lavorava si sono comprato tanta ferramenta da diversi che per non haverla lavorato al maglio la camera ha perso libre 7683 soldi 13 denari 8. Però si ha de advertire che ordinandose ci maglio, et dandoli el modo che possa lavorare di continuo senza aspettare certe occasioni, come è successo delle guerre passate, sarà magior utile, o/tra che l'aver persona pratica et salariata si.. . resta meglio et più presto servito".
Il documento - testimonianza della contaminatio lessicale data dalla dominazione spagnola - ci dà un resoconto accurato della produzione del Maglio, sia nella produzione di armi nuove, sia nel ripristino di quelle vecchie. Ma dal documento conservato nell'Arch. di Vittorio Veneto sappiamo inoltre che dal Maglio della Porta Giovia uscivano strumenti per la tortura ed in particolare sono citati globi ferrei.
Inutile ricordare che questi sono gli anni in cui l'Inquisizione esercita il suo potere su tutto il mondo spagnolo. A Milano accanto alla famosa prigione Malastalla, di solito riservata ai debitori c'erano le Torri delle varie Porte che erano usate come carcere: P. Occidentale, P. Romana, P. Giovia ecc.
Probabilmente gli strumenti di tortura venivano impiegati nella stessa Torre della Porta Giovia.
Riportiamo ora di seguito la traduzione del documento:
(ARCH. STOR. VITTORIO V. perg. n. 14-10 cm. 65 x 46).

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FILIPPO (1) per grazia di Dio Re della Spagna, della Sicilia, di Gerusalemme, dell'Ang/ia, della Francia e de/l'Irlanda, Arciduca d'Austria, principe de/la Borgogna e del Brabante, Conte del/a Fiandra Asburgica e del Tirolo. Noi atte-stiamo e rendiamo noto a tutti. Il nostro fidato ed apprezzato Maestro Daniele da Serravalle fece in modo di far conoscere a Noi per mano del/'Illustre Don Ferdinando Gonzaga (2), già Governatore ne//o stato di Milano della Cesarea Maestà del nostro colendissimo Parente (3) che il compito di Regulator Malei (4) nella Roccaforte della Città di Milano dove sono fusi e fabbricati globi di ferro ed altri strumenti per la tortura, a Lui era stato affidato e successivamente per mano della stessa Cesarea Maestà confermato e di nuovo concesso così come appare più ampiamente dalla confermazione nella forma ufficiale a Noi presentata. Poichè in seguito lo Stato di Milano giunse nelle nostre mani (5) ci ha fatto umilmente pregare affinché la suddetta confermazione del detto incarico da parte del Nostro Parente ci degnassimo di approvare e confermare e di nuovo concedere per nostra regia e ducale bontà. Inoltre vista la singolare fede, devozione ed osservanza dello stesso Daniele dimostrata al Nostro suddetto Parente ed a Noi, il sopraesposto compito di Regulator Malei nella Roccaforte di Milano confermato e di nuovo concesso come sopra, Noi approviamo, confermiamo, ratifichiamo e in quanto è necessario di nuovo concediamo ed impartiamo. Ordinando all'Illustre Nostro Governatore attuale e al Presidente che sarà nei vari tempi e al Senato (6), al Presidente ed ai Magistrati delle entrate, al Tesoriere generale (7) ed a tutti gli altri ministri e sudditi nostri del dominio milanese presenti e futuri, ai quali queste cose sono d'interesse ora ed in futuro, che conservino e mantengano e per dove occorre di nuovo dispongano il sovracitato Daniele da Serrava/le nell'esercizio del detto compito di Regulator Ma/ei nella Roccaforte della Porta Giovia di Milano. E introdotto e posto (in quel servizio) lo mantengono (8) e lo difendino e per quanto riguarda i/ suo compenso, i vantaggi ed i profitti concernenti e riguardanti lo stesso incarico, a Lui interamente diano e paghino, e nel dare e nel pagare facciano per quanto è lecito. E queste nostre parole essi inviolabilmente osservino ed eseguano e si occupino e si incarichino che siano osservate ed eseguite. Questa è la nostra volontà. Con la confermazione di queste parole di mano nostra sottoscritte e rese certe con la presenza del nostro sigillo. In data Bruxell nostro ducato di Brabante il 12 Agosto Anno Domini 1556 dei nostri regni di Spagna e della più lontana Sicilia. Anno primo dell'Anglia; della Francia, della rimanente Sicilia, di Gerusalemme e dell'Irlanda Anno Terzo.
Nel verso della pergamene compare un regesto redatto in spagnolo: Confermato dalla Veneranda Maestà a Daniele da Serrava/le per tutta la vita la carica di Regulator Ma/ei nel Castello di Milano, carica che fu a Lui conferita da Don Ferdinando Gonzaga e poi confermata da/la Cesarea Maestà.
Ed ancora nel verso:

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Registrato nel Libro ceru/eo dei Privilegi: Mi/lecinquecentocinquantasette conservato da me, sottoscritto Matteo Capello, contabile della Camera Regia e Ducale, foglio XIV.

Carlida Steffan


NOTE
  1. Filippo 11, Re di Spagna, figlio di Carlo V (1527-1598)
  2. Ferdinando (Ferrante) Gonzaga, Duca di Guastalla e Governatore di Milano dal 1546 al 1554.
  3. Carlo V.
  4. Sic. Sovraintendente alla produzione del Maglio, congegno per la fucinatura consistente in una mazza battente che colpisce l'incudine.
  5. Nel 1555 Carlo V assegna al figlio Filippo la corona di Spagna con i domini italiani.
  6. Organo collegiale, che dopo il sovrano impersonava l'unità dello Stato Milanese.
  7. La Tesoreria generale era l'organo preposto alla erogazione del pubblico denaro in base agli ordini impartiti dal Magistrato delle entrate.
  8. All'inizio delle righe Il e 12 la pergamena presenta una macchia d'umidità: dall'originale si legge: "manuteneant et. .

BIBLIOGRAFIA

CHABOD F., Lo Stato di Milano nell'età di Carlo V, Torino, Einaudi 1971. BRAUDEL F., Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo Il, Trad. It. dell'edizione riveduta, 2 voIl., Torino, Einaudi, 1976.
CERETTI G., Don FG. nella Corte di Spagna, sta in Atti e Mcm. della R. Dep. di St. Pat. per le Prov. Modenesi (1903).

ARESE F., Le supreme cariche del Ducato di Milano, I, Da Francesco Sforza a Filippo V, in ASL, XCVII, 1970, pp. 59-156.

THOMAS B. e GAMBER O., L'arte milanese dell'armatura, in 5dM, XI, pp. 697-830. TRANCHINI E.-FOTI F., Le Antiche Fabbriche di Armi Bianche a Ceneda e a Serravalle, Treviso, T.E.T., 1983.
KAMER H., L'Inquisizione spagnola, Milano, Feltrinelli 1966 e 1973.

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