Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°2 - 1980- Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigianae

Vincenzo RUZZA
L'arte della stampa a Ceneda e Serravalle

La prima stamperia di Marco Claserio. Note Bibliografiche

La presente rievocazione non ha affatto pretese di completezza: il settore è sostanzialmente ancora da esplorare. Inoltre di alcuni libri citati non ho visto gli originali ed ho dovuto accontentarmi di citazioni bibliografiche di altri autori e delle annotazioni a matita contenute in una rubrichetta redatta dal compianto ing. Francesco Troyer. Sono stato indotto a pubblicare ugualmente queste brevi note nella speranza che altri voglia raccogliere l'invito ad ulteriormente approfondire l'argomento e a farne oggetto di uno studio esauriente. Dopo l'invenzione della stampa a caratteri mobili, sorsero molto rapidamente nelle principali città italiane - già nella seconda metà del '400 ed ancor più all'inizio del '500 - numerose stamperie che, per l'accuratezza dei testi e la signorile Presentazione grafica, divennero meritatamente famose. In tale settore Venezia assurse subito a centro culturale di prima grandezza, favorita in ció dalla ricchezza delle sue famiglie, dalla estesa rete della sua organizzazione commerciale, dal grande afflusso di forestieri e dal minor peso restrittivo esercitatovi dalla censura (1). Celebre tra tutte la tipografia dei Manuzio; ma anche le altre - e Venezia annovera nel cinquecento ben 493 fra tipografi, editori e librai - dimostrano un ottimo livello tecnico ed estetico. Accanto a queste stamperie, che operano stabilmente nelle maggiori città, altre "minori" ne cominciano a sorgere, di tono più artigianale

VINCENZO RUZZA, studioso di storia locale è autore di varie pubblicazioni sull'argomento fra cui più nota è la "Guida della Città di Vittorio Veneto" che raccoglie una notevole messe di dati sull'arte, la storia e la cultura della zona.

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per quanto riguarda le attrezzature, la capacità editoriale e la manodopera impiegata, molto spesso ristretta al puro ambito familiare. Tali stamperie si stabiliscono a poco a poco anche nei centri di minore importanza e vi permangono per un periodo limitato, e cioè fin tanto che trovano in loco sufficiente lavoro, poi trasferiscono altrove i loro torchi e le poche casse di caratteri mobili.

LE ORIGINI

Uno di questi stampatori dall'indole un po' girovaga interessa direttamente la nostra città per esser stato il primo ad aprire una stamperia in Ceneda e in Serravalle nel primo decennio del seicento. Si tratta di Marco Claserio, originario di Dormolago di Osanna, piccola Pieve sita nell'alto Trentino, nella parte terminale della Val di Sole, dove un imponente castello dominava la biforcazione della valle verso Peio e verso il passo del Tonale. Poco di lui si conosce e le scarse notizie che possediamo, oltre che dai frontespizi dei libri da lui stampati, ci provengono dall'atto notarile 15 luglio 1606, redatto in Serravalle da Pietro da Costa nodaro (vol. 35, p. 85) citato da Emilio Zanette (2). Verso la fine del '500 il Claserio si trovava certamente a Venezia e la prova ce la fornisce il Cicogna. Nel "Saggio di Bibliografia Veneziana" riporta infatti una sua opera stampata nel 1597 con i seguenti due diversi frontespizi:

- Ordine et progresso del trionfo fatto l'anno MDLVII alli 19 di settembrio per l'incoronatione della Serenissima Dogaressa Priula, descritto da Gregorio Marcello. Venetia, Claseri, 1597.
- Ordine et progresso del trionfo solennissimo che si usa nella incoronatione della Serenissima Dogaressa di Venezia, descritto da Gregorio Marcello. Venetia, Claseri, 1597.

L'ATTIVITA'IN CENEDA

Ma le cose non devono esser andate molto bene per il Claserio a Venezia se dopo tre anni di silenzio lo troviamo nel 1600 installato in Ceneda. Qui in un biennio stampa diverse opere delle quali mi è stato possibile reperire notizie delle seguenti:

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- Vita del glorioso San Tiziano Vescovo, protettore della Città et Diocese di Ceneda; tradotta dalla lingua latina nella volgare; Nuovamente descritta corretta e ristampata in Ceneda per Marco Claseri Stampator Episcopale, con licenza di quel Mons. Illustrissimo et Reverendissimo Vescovo. In Ceneda per Marco Claseri, MDC. (3)
- Compendio degli onori fatti al Clariss. Signor Vincenzo Cappello della Magnifica Città di Cividale di Belluno nel fine del suo Illustrissimo Reggimento; descritti dal signor Gregorio Sarmede Dottor di Legge: al Clarissimo Signor Lorenzo Marcello. In Ceneda, per Marco Claseri, l'Anno Santo 1600 (4).
- Carminum liber primus Joannis Plazzonis - Ceneta, Marco Classerio, 1600.
- Epigrammata Joannis Plazzonis - Ceneda, Classerius (1600). (5)
- Oratione di M. Luigi Curtio al Serenissimo Principe Nicolò Da Ponte nella sua Esaltazione al Principato, in nome della Città di,Belluno. Dedicata all'autore da Antonio Barzelloni. In Ceneda, per Marco Claseri, 1601. (6)
- Oratione di M. Luigi Curtio al Serenissimo Principe Luigi Mocenigo, nella sua Esaltazione al Principato, in nome della città di Belluno. In Ceneda, per Marco Claseri, 1601.

Le cronache locali e gli atti ufficiali nulla riferiscono circa i motivi, i modi e i tempi della sua venuta a Ceneda, come si trattasse di un avvenimento di poca importanza. Occorre però considerare che tutta l'attenzione dei Cenedesi era allora polarizzata sulla lotta, già da tempo in atto, ma che proprio in quegli anni aveva raggiunto una fase estremamente acuta, promossa e sostenuta dalla Repubblica di Venezia, intesa a scalzare progressivamente il dominio temporale del Vescovo di Ceneda a proprio profitto. Gli animi dei cittadini erano turbati e divisi, nè mancavano i mestatori e i turbolenti che sempre approfittano delle confusioni per ricavarne profitti. La nobiltà locale, legata alla Repubblica, era contraria ai "rurali" e al Vescovo, quest'ultimo sostenuto dalla Santa Sede nella tutela dei suoi diritti feudali. Ceneda aveva quindi ben altri motivi di attenzione e di passione: logico quindi che la venuta del Claserio passi del tutto sotto silenzio.
In mancanza di notizie certe, mi sia lecito avanzare alcune supposizioni. Innanzitutto che il Claserio sia venuto su invito o almeno su sollecitazione del Vescovo Leonardo Mocenigo, patrizio veneto, da poco arrivato in sede e facilmente da lui conosciuto in Venezia. Non è poi da escludere che l'attività del Claserio si sia svolta proprio nel Castello Vescovile. Ne può esser prova la ristampa della Vita di San Tiziano in cui il Claserio si dichiara "Stampator Episcopale", ma ancor più il fatto che proprio nel Castello di S. Martino troveranno collocazione - anche più avanti nel tempo - stamperie che si fregeranno di analogo attributo. A questo punto un'altra parentesi di silenzio cala sull'attività del Claserio: non ho infatti finora reperito alcuna opera stampata nel

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corso dell'anno 1602. Poiché è poco probabile che per un anno intero la stamperia sia rimasta inattiva come pure che non sia rimasta traccia di una eventuale attività, viene logico dedurre che forse il nostro possa essersi trasferito altrove a lavorare, ovvero - ciò che appare piú verosimile - sia rientrato temporaneamente in Venezia prima di decidersi a trasferirsi a Serravalle.

L'ATTIVITA'IN SERRAVALLE

Quali che siano i motivi dell'interruzione, il Claserio si rifà vivo in Serravalle nel 1603 e vi dimora per oltre un quinquennio. A differenza da Ceneda, Serravalle godeva allora di un periodo di relativa prosperità e pace. C'era sì il pericolo e l'allarme per il contagio della peste (che serpeggiava per l'Europa allo stato endemico) e c'erano anche delle vivaci lotte tra i nobili da una parte e i popolani e territoriali dall'altra (che cercavano di scrollarsi di dosso alcuni pesi e gravami), lotte che culminarono nell'agosto 1604 nell'occupazione del Palazzo della Comunità. Ma tali lotte non sfociarono in scontri armati e i popolani ottennero nel 1608 alcune riduzioni degli aggravi fiscali e garanzie di tutela, in modo del tutto pacifico. I commerci e le manifatture (particolarmente delle armi) erano ancora fiorenti ma mancavano di fervore ed accusavano ormai i sintomi del futuro declino: tuttavia apportavano ai cittadini un notevole benessere, tanto che proprio nel 1601 il Maggior Consiglio si vide costretto ad adottare delle speciali leggi suntuarie allo scopo di frenare lo sfoggio di abiti, pellicce, monili e gioielli sempre più costosi. In una città ricca, in espansione edilizia e in cui eccellevano letterati quali Guido Casoni, Camillo Pancetta e Toldo Costantini s'installò il Claserio e vi rimase almeno fino al 1608.
E' il periodo di maggior attività per la sua stamperia come ci viene attestato dal rilevante numero di opere note. Anche se sono molte (ben 25), data la varietà dei contenuti e la loro attinenza con la vita urbana, ritengo utile di citarle tutte:

Statuta Serravalli Acceserunt Repertorium Rubricarum et Index locupletissimus omnium materiarum quae in ispsis Statutis continentur alphabetico ordine digestus. Serravalli, excudebat Marcus Claserius Typographus Seravallensis, MDCII, De Superiorum consensu. (In foglio, con effige nel frontespizio del Leone di S. Marco, con breve prefazione di Guido Casoni).
- D. Francisci Guerra Mothensis Jurecons. Excellentiss. Consilium decisívum... Ad Sereniss. Rep. Venetae Principem Marinum

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Gri manum... Seravalli Veneti, MDCIII - Excudebat Marcus Claserius Typographus Seravalensis.
- Brunetto Piergiovanni - David sconsolato - Tragedia. Serravalle, Marco Claserio, 1603.
- Goffredo overo Gerusalemme liberata. Poema heroico del Signor Torquato Tasso con gli argomenti del Signor Guido Casoni. Da mano diligente purgato di molti errori. Aggiuntivi i cinque canti del Signor Camillo Camilli... (Nel frontespizio: veduta di Serravalle) In Serravalle di Venetia, Appresso Marco Claseri, MDCIIII (in 40) (7).
- Rime di Cesare Caporali Perugino. In questa ultima impressione con somma diligenza corrette. Ad istanza di GioBattista Clotti, Libraio all'Aurora di Venetia. In Serravalle di Venetia, appresso Marco Claseri, MDCIIII. (Nel frontespizio reca la marca: Venezia sul mare con monti sullo sfondo; raggi di sole sul nastro recante il motto "Sine ullo nequaquam" marca che sarà in seguito usata su alcune altre opere).
- Garzoni Thomaso da Bagnocavallo - La Piazza Universale di tutte le professioni del Mondo. Nuovamente ristampata ecc. Aggiuntovi in questa nuova impressione alcune bellissime annotazioni ecc. Al Serenissimo et Invittissimo Alfonso secondo da Este Duca di Ferara. Ad istantia di Roberti Meglietti. In Serravalle di Venetia 1605, appresso Marco Claseri, MDCIIII. (8)
- Bozi Paolo - Rappresentazione del Giudizio Universale Serravalle, Marco Claserio, 1605. (9)
- Garzoni Tomaso - L'Hospidale de' Pazzi incurabili di Tomaso Garzoni ... con tre capitoli in fine sopra la Pazzia. All'Eccellentissimo medico e filosofo Chiariss. il Signor Bernardino Paterno. Nuovamente ristampato ecc. ad istanza di Roberto Meglietti. In Serravalle di Venetia, per Marco Claseri, 1605.
- Garzoni Tomaso - La Sinagoga de gl'Ignoranti. Nuovamente ristampata ... in Serravalle di Venetia, ad istanza di Roberto Meglietti, 1605, appresso Marco Claseri.
- Il Theatro dei vari e diversi cervelli mondani di Tomaso Garzoni da Bagnocavallo ... Al Charissimo Signor Vicenzo Garzoni gentiluomo vinitiano. Ad istanza di Roberto Meglietti. In Serravalle di Venetia, 1605. Appresso Marco Claseri.
- Gasparo Lino - La trionfatrice christiana Serravalle di Venetia, appresso Marco Claserio, 1605.
- Grotto Luigi Isac, nuova rappresentazione Serravalle, M. Claserio, 1605
- Leone JY. - Prascis archiepiscopalis sive... Serravalli Veneti, Marco Claserio, 1605
- Sacra rappresentazione del Martirio di Santa Christina. Del F.P.R. Giovanni Agnolo Lottini In Serravalle di Vinetia, MDCV. Per Marco Claseri.

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- Sacra rappresentazione di San Lorenzo. Di F. Gio Angelo Lottini. In Serravalle di Vinetia, MDCV. Per Marco Claseri.
- Sacra rappresentazione di Santa Agnesa. Di F. Gio Angelo Lottini. In Serravalle di Vinetia, MDCV. Per Marco Claseri.
- San Giovanni, sacra rappresentazione del R.P.F. Giovanni Lottini. In Serravalle di Vinetia, MDCV. Per Marco Claseri.
- Giudetta, Sacra rappresentazione. Di F. Gio Angelo Lottini. In Serravalle di Vinetía, MDCV. Per Marco Claseri.
- Tragedia ovvero rappresentazione di Santa Orsola di Brettagna. Di Messer Guidobaldi Mercati. Fiorentino. In Serravalle di Vinetia, MDCV. Per Marco Claserio.
- Thesoro politico, cioè Relationi, Istruttioni, Trattati, Discorsi vari pertinenti alla cognitione et intelligenza degli stati, interessi et dipendenze de' più gran principi... Terza parte non prima data in luce. Serravalle, M. Claseri, 1605.
- Aspiranti di Conegliano - Parto di rime a Zaccaria Morosini Podestà e Capitano. Serravalle, M. Claseri, 1606.
- Glissenti Fabio - La ragione sprezzata - Favola tragica morale - Dedicata alla Serenissima Madama Leonora Duchessa di Mantova. (Sul frontespizio reca una veduta di Serravalle) In Serravalle di Venetia, presso M. Claseri, 1606.
- Oratione di Pietro Miaro Dottor di Legge al Serenissimo Principe Leonardo Donato, nella sua Essaltatione al Principato, in nome della Città di Belluno. Fatta stampare dall'Autore in Serravalle. In Serravalle, per Marco Claseri, 1606. (10)
- M. Henrici a Gandavo doctorís acutissimi et celeberrimi Archid. Tornacensis aurea Quodlibeta hac postuma editione commentariis doctissimis ... illustrata. M. Vitalis Zuccolii Patavini - ordinis Camaldulensis Theologi clarissimi... (In due volumi, dedicati al Vescovo di Ceneda Leonardo Mocenigo) Seravalli Veneti, MDCVIII - apud Marcum Claserium (nel frontespizio reca una veduta di Serravalle).
- Costantini Severino - Orazione per le esequie del Co:Giacomo Cesana. Serravalle, M. Classerio, 1608.

Da un semplice esame delle schede sopra riportate emerge che non sempre il Claserio trova in loco lavoro sufficiente alle capacità della stamperia, per cui spesso è costretto ad accettare o a sollecitare commissioni per conto di tipografi o di editori veneziani con i quali ha evidentemente mantenuto ottimi rapporti di lavoro. Ne sono prova le opere che recano diciture quali "ad istanza di Giobatta Ciotti Libraio all'Aurora" ovvero "ad istanza di Roberto Meglietti" entrambi di Venezia.

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Altre osservazioni riguardano il cognome del Claserio che assume indifferentemente varie forme (e cioè Claseri, Classeri, Claserio oltre quelle latine di Classerius, Claserius e de Claseris) e la sua origine visto che di volta in volta disinvoltamente si proclama trentino, cenedese, serravallese o coneglianese a seconda della circostanze e dell'opportunità. Problema invece insolubile è il voler congetturare ove la stamperia avesse la sua sede effettiva in Serravalle. Forse ulteriori ricerche ed indagini d'archivio potranno darci qualche delucidazione al riguardo. E' comunque lecito pensare che non fosse in periferia ma in un luogo abbastanza centrale. Ne sia prova il fatto che anche successivamente la stamperia si trasferirà a Conegliano "in Platea" e cioè proprio nella piazza centrale. Dopo il 1608 nessun libro viene più stampato a Serravalle segno che il Claserio forse non vi abitava più. Il perchè sia emigrato rimane nel campo delle congetture, tra cui la più logica consiste nella scarsità del lavoro (11). Sta il fatto che nel biennio 1609-1610 i torchi del Claserio imprimono alcune opere che egli indica stampate parte in Ceneda e parte in Conegliano.Si tratta di quattro lavori stampati nel 1609 (due in Ceneda e due in Conegliano) e di due relativi al 1610 (uno stampato a Ceneda ed uno a Conegliano):

Statuta Cenetae, cum indice omnium Rubricarum, quae in hoc volumine continentur. Superiorum permissu. Cenetae, apud Marcum Claserium, MDCIX - Diviso in tre libri. (A pagina 104, in fine del libro secondo, "In Ceneda per Marco Claseri Trentino, detto Marchetto, l'anno MDCIX adì 26 Marzo")
- Historia Absynthii Umbelliferi Nicolai Clavenae Bellunensis (12) Ceneda - M. Claserio 1609
- Statuta Portusnaonis, cum repertorio omnium rubricarum, quae in hoc volumine contineritur, amplissimo. Coneglani, typis Marci de Claseris tridentini, 1609
- La Battorea di monsignor Giorgio Tomasi Protonotario Apostolico, distinta in due libri, all'Illustrissimo e Reverendissimo Monsignor Leonardo Mocenigo Vescovo di Ceneda, nella quale si contengono l'origine antichissima della Casa Battori et del Serenissimo Sigismondo Prencipe di Transilvania... (13) In Conegliano, per Marco Claseri, 1609.
- Statuta et Provisiones Ducales Terrae Coneglani, cum Additione Tertij Libri Constitutionum, et Litterarum Ducalium, et cum Repertorio et Indice omnium rerum et materiarum contentarum in volumine. Conegliani, ex Typographia Marci de Claseris, Anno Domini MDCX.
- Historia Absynthi Umbelliferi Nicolai Clavenae Bellunensis, con unitovi altra memoria "Historia Scorsonerae Italicae" (Achillea

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Clavenae Limn.). Ceneda, Claserio, 1610. Ove fosse l'effettiva dimora del Claserio in questo biennio difficilmente potrà esser accertato. O forse abitava ancora a Serravalle mentre in Ceneda e in Conegliano aveva una semplice succursale o recapito, magari presso un rivenditore di libri? Infatti riesce difficile pensare ad una serie di continui spostamenti della sua bottega con tutte le relative attrezzature tra Serravalle, Ceneda e Conegliano. Forse il Claserio intendeva cambiar sede ma era ancora indeciso circa il luogo ove fissare la sua ulteriore dimora, indecisione infine risoltasi nel secondo semestre del 1610 a favore di Conegliano.

L'ATTIVITA'IN CONEGLIANO

Le edizioni del Claserio posteriori al 1610 delle quali è stato possibile trovar notizia, datate fra il 1611 e il 1625, risultano tutte stampate in Conegliano.
Ne citiamo alcune:

- Canzone per la morte di Arrigo IV, Cristianissimo Re di Francia, di Hercole Doglioni Bellunese, dedicata al molto Illustre Signor Claudio Doglioni. In Conegliano, per Marco Claseri, 1611.
- Doglioni Hercole
- La Mamanteide (Poemetto sul martirio di S. Mamante dedicato al Vescovo di Belluno Luigi Lollino) (14) Conegliano, Marco Claseri, 1612.
- Le tre Camille - Idillio di Hercole Doglioni Bellunese. Per gli Himenei dè molto illustri Signori Sposi l'Eccellentissimo signor Gio. Antonio Butta et la Signora Camilla Dogliona; Il Signor Paulo Novello et la Signora Camilla Pilona; Il Signor Giovanni Piloni et la Signora Camilla Novella. In Piazza di Conegliano - Per Marco Claseri, 1613.
- Trionfo di Conegliano diviso in quattro capitoli, del Signor Alfonso Vald era Giustinopolitano. Al molto illustre Signor Battista Coderta Dedicato. In Conegliano, per Marco Claseri, 1613.
- Regole date dall'illustrissimo Collegio con l'autorità dell'Eccelso Consejo de Pregadi per sollevamento delli fedelissimi del Territorio di Serravalle; procurando D. Zuanne Laurenti loro General Sindico et Sier Daniel de Conze et Sier Bartolamio di Tholdo Deputadí. Ristampate in Conegliano per Marco Claseri, l'anno MDCXIIIL
- Gli Statuti di Tarzo latini e volgari, con le loro tavole. In Conegliano, MDCXX, per Marco Claseri, con licenza de' Superiori.
- Dieci discorsi di molta dottrina e di molta utilità sopra dieci principali

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pali abusi del mondo del dottor Giulio Cesare Cabei, con lettera dedicatoria dell'autore al Cardinale Pietro Valier, Vescovo di Ceneda. Conegliano, per Marco Claseri, 1625.

NOTIZIE PARTICOLARI SUGLI STATUTI DI CENEDA

L'edizione degli Statuti di Ceneda impressa, come abbiamo visto, nel 1609 non fu invero fortunata. Stampati per decisione del Maggior Consiglio del 10 maggio 1605, senza aver peraltro chiesto il preventivo assenso di Venezia, furono da questa ritenuti lesivi delle sue pretensioni sopra Ceneda. Per tale fatto la Serenissima elevò vive rimostranze verso il Vescovo Leonardo Mocenigo il quale, un po'intimidito, ne dispose l'immediato ritiro dalla circolazione. Ma insistendo Venezia perché ne fosse punito lo stampatore, il Claserio venne convocato il 18 novembre 1610 dal Cancelliere Vescovile e dell'interrogatorio subìto venne redatto un dettagliato verbale (15). Da esso veniamo a sapere alcune interessanti notizie. Il Claserio si dichiara "habitante in Conegliano"; di aver stampato cinquanta copie degli Statuti "parte de quali - dice - ho venduto in questa città et parte altrove et essendone rimasti 15, per sbrigarmi da quelli et cavarne dinaro, li diedi a Ser Antonio da Salsa... da vendere." ed inoltre ricostruì l'elenco dei compratori. Il Cancelliere Vescovile annota inoltre che a cura del Segretario di Mons. Vicario Generale furono ritrovati e sequestrati i 15 volumi giacenti presso il libraio Antonio da Salsa insieme con una copia non ancora rilegata; inoltre furono ricuperate 24 copie acquistate da persone del luogo ed altre 7 vendute a Sacile e a Conegliano. Annota inoltre che aggiungendo le due copie capitate "a Treviso et costì" (e cioè Venezia!) e "due che si sono guastate nella stampa" tutte le copie stampate risultano ricuperate "et estinte". Non risulta invece che siano state adottate sanzioni di alcun genere a carico dello stampatore, il quale sembra se la sia cavata con un certo danno economico e, soprattutto, con una buona dose di paura: erano tempi in cui, nelle diatribe tra potenti, spesso i meno responsabili ne pagavano il fio. Ma sia che le copie stampate fossero in maggior numero sia che la loro "estinzione" non sia stata così drastica come il termine farebbe supporre, certo è che diverse copie sfuggirono alla distruzione. Già nel 1858 il dr. Francesco Ferro nella sua "Bibliografia degli

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Statuti della provincia di Treviso" (16) dichiara di possederne una copia mentre ne conosce altre 3 di cui una nella Biblioteca Civica di Treviso, una di proprietà del prof. Antonio Valsecchi di Padova ed una terza di proprietà del Segretario della Congregazione Municipale di Ceneda Pietro Antonio Pestazzi. Attualmente ne sono noti cinque esemplari: due a Vittorio Veneto (in Biblioteca Civica e in Biblioteca del Seminario Vescovile), uno nella Bib. Civica di Treviso (II-14-H-22) e due infine a Venezia nella Biblioteca del Museo Correr (H-2449) e nella Biblioteca Marciana (12-C-136). Poichè solo due delle copie indicate dal dr. Ferro si possono identificare con quelle oggi note, è lecito supporre che le copie sopravvissute siano quindi almeno sette. Non sono molte ma occorre considerare che anche le copie degli Statuti di Serravalle del 1603 - copie che non hanno subito le disavventure di quelle cenedesi - sono oggi estremamente rare. (17) Le peripezie capitate al Claserio in questo frangente, non lo distolsero peraltro dalla sua attività di stampatore di Statuti: infatti nello stesso anno 1610 stampò quelli di Conegliano e infine nel 1620 quelli della contea di Tarzo.

CONCLUSIONE

Le opere stampate da Marco Claserio si presentano tutte in veste più che dignitosa, con discreta varietà di caratteri e questi sempre ben disegnati.'Anche l'impaginazione può ritenersi in linea con le migliori edizioni dell'epoca. Gli argomenti delle opere stampate si riferiscono ai settori i più disparati: spiccano peraltro per la loro importanza intrinseca le edizioni degli Statuti di Serravalle, di Ceneda, di Conegliano, di Pordenone e di Tarzo, opere di notevole impegno e per le quali il Claserio può venir considerato uno specialista del settore e giustamente sfugge all'anonimato di tanti altri piccoli stampatori del tempo. Una menzione speciale merita anche l'edizione della Gerusalemme Liberata del 1604, ricca di preziose incisioni, opera che può competere con le migliori edizioni della più raffinata tecnica editoriale del primo seicento. Ritengo quindi che egli meriti un particolare ricordo da parte della comunità vittoriese. La sua partenza non viene, ancora una volta, sottolineata dagli atti

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ufficiali ma certamente recò, almeno negli ambienti culturali laici ed ecclesiastici, un notevole disagio, accompagnato alla sensazione che la perdita fosse grave. Dovranno infatti trascorrere alcuni decenni prima che a Ceneda venga riaperta un'altra stamperia e molto, molto più per Serravalle.


Note

1 ) Rispetto agli altri stati italiani la "censura" veneziana si può distinguere per una maggior tolleranza in campo religioso e nelle opere di carattere scientifico e filosofico mentre viene generalmente esercitata con molto rigore contro le idee innovatrici dell'ordinamento dello stato e l'oligarchia esercitata dal patriziato veneto.
2) Emilio Zanette, Una figura del secentismo veneto Guido Casoni, Bologna, Zanichelli, 1933, p. 340.
3) Sj tratta della seconda edizione: della prima, irreperibile, non è noto nè il luogo nè la data di stampa. Anche l'autore è ignoto: Giorgio Graziani riferisce che fu compc,sta da "un nobile e gentile spirito cenedese" mentre il Lotti lo dice "quasi coetaneo del Graziani" il quale risulta esser nato a Ceneda nel 1582. Ne consegue che la prima edizione della Vita di S. Tiziano deve esser stata stampata pochi anni prima e cioè tra il 1595 e il 1600. L'opera verrà ristampata più volte (1713, 1911).
4) Il Compendio contiene vari componimenti ' poetici tra cui un sonetto di Toldo Costantini e rime di don Nicolò Bertagnini canonico del Capitolo di Serravalle.
5) Le due opere del Piazzoni vengono stampate postume a cura del figlio Girolamo.
6) Si tratta di una ristampa. La prima edizione fu impressa in Venezia, appresso Giovanni Battista Uscio, nel 1578.
7) Vi è premessa l'Ode del Casoni "Fu canora magia" scritta in morte di Torquato Tasso. Il libro, ricco di bellissime incisioni, è una vera rarità bibliografica.
8) Verso la fine del '50G 5 Garzúni risulta esser tra i Canonici dei SS. Quaranta in Treviso.
9) Nel 1618 il Bozi risulta esser Cappellano della Chiesa di S. Severo in Venezia.
10) L'Orazione fu ristampata, con titolo parzialmente mutato, nello stesso anno in Venezia "appresso Roberto Maglieti". Resta il dubbio che anche tale ristampa debba in effetti ascriversi al Claserio.

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11) Può esser interessante rilevare come dopo il 1604 Guido Casoni non si fa stampare alcuna delle sue opere dal Claserio. Parimenti nessuna opera di Camillo Pancetti e di Toldo Costantini risulta stampata dal predetto. 1 motivi non sono del tutto chiari ma ritengo si tratti in fondo solo di un preconcetto e cioè che un libro uscito da una grande e nota stamperia fosse da ritenersi più adeguato e consono alla dignità di un autore noto ed affermato.
12) Nicolò Chiavena o Chiavenna è un noto medico chirurgo e farmacista di Belluno, autore di varie pubblicazioni officinali. Morì nel 1617.
13) Mons. Giorgio Tomasi era di Serravalle. Cavaliere aulico e Legato di Sigismondo Bathory, principe di Transilvania. Sigismondo Bathory, unitamente al fratello Cardinale Andrea, furono al centro della lotta per il riscatto della Transilvania dalla dominazione turca, lotta resa più difficile a causa delle mire sulla Transilvania da parte dei Valacciti e degli Ungheri. Lo stesso Card. Andrea morì nella battaglia di Selimbar preso Sibiu (1599).
14) San Mamante è un santo di origine orientale il cui culto è pochissimo diffuso nella nostra zona. La chiesetta a lui dedicata (S. Maman) sulla collina di Piadera, sopra Sant'Andrea, è l'unica esistente nella Diocesi di Vittorio Veneto. Per maggiori, ragguagli vedi l'opuscolo di Augusto Campo dell'Orto, La chiesa di San Mamante,, Vittorio Veneto, Tipse, 1975.
15) Detto verbale si trova in Archivio di Stato di Venezia-Ciy-fil. 394 fo.28-30.
16) Dr. Francesco Ferro, Bibliografia degli Statuti della provincia di Treviso, Treviso, Tip. Andreola-Modesin, 1858.
17) La locale Biblioteca Civica non possiede alcun esemplare di tali statuti ma solo una copia xerografica tratta dall'esemplare esistente nella Biblioteca comunale di Treviso.

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