Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°13 - 2001 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane

Rassegna Bibliografica

STEPAN ZAVREL VIAGGIATORE INCANTATO. A cura di Mario Vigiak, Edizioni Bibioteca dell'Immagine, (2001), pp. 196.

"Stepan Zavrel non è stata una persona comune. E stato un uomo originale. Un uomo libero.
Stepan è stato soprattutto un amico che ha sempre creduto e rispettato l'amicizia.
Oggi ci ritroviamo in questa chiesa, che lui spesso frequentava, per porgergli tutti insieme ancora un saluto. Non un addio ma un saluto; quasi una stretta di mano. Più di una volta quando insieme agli amici parlava della fede, diceva:
"Vorrei avere la fede genuina di quelle nonne che vedo la mattina presto andare alla Messa, perché è una fede semplice, senza mai domande, forte perché da sempre dentro di loro". Ancora parlammo dei bambini, del suo lavoro per loro.
Amava illustrare le fiabe per l'infanzia - diceva - perché era il mezzo che la Provvidenza gli aveva messo a disposizione per insegnare le cose belle e positive ai bambini. I genitori - affermava non si devono troppo preoccupare che i loro insegnamenti siano sufficienti ai figli per crescere bene, l'importanza dell'educazione sta nel seminare bene, se si ha ben seminato i buoni frutti verranno.
Stepan è stato un uomo entusiasta della vita, generoso e pieno di fiducia verso coloro che incontrava. Aveva sempre qualche idea da realizzare, qualche impresa, qualche avventura, come diceva sempre lui, da intraprendere e tante sono state quelle che, con molti dei presenti, ha portato a successo. la sua casa era sempre aperta a quanti da ogni dove venivano a fargli visita, si mangiava assieme seduti sulle panche del camino e subito il mondo si apriva attorno a noi attraverso i racconti di tutti. Non c'era la televisione ma sono sicuro che mai nessuno ne ha sentito la mancanza.
Non è vero che Stepan è morto. E morto il suo corpo ma i suoi sogni, le sue idee, i suoi insegnamenti, lui li ha seminati in ognuno di noi, ora sono dentro le nostre teste e sta a noi farli maturare.
Da oggi e per il futuro riposerà in una tomba che sta al lato di questa Chiesa che guarda al tramonto, vicino a questa porta che lui con altri amici ha dipinto. Non potremo più andarlo a trovare nella casa sulla colina, con l'immagine della Madonna sempre illuminata dalla candela accesa, sedendoci attorno a quel fuoco caldo anche d'estate, ma lo verremo a trovare qua fuori ed assieme a lui, sedendoci sul muretto, potremo solo guardare verso quella casa di pietra con i gelsi davanti, che tante volte abbiamo frequentato.
Potremo ancora parlargli se vorremo od ancora ascoltarlo se sapremo stare in silenzio..
E prima di andarcene mormorare sommessamente una preghiera."
Ho pronunciato queste parole il giorno dei funerale, al cimitero e mentre le parole uscivano dalle mie labbra pensavo che niente avrebbe potuto restituirci il mondo di Stepan Zavrel con le esperienze e le emozioni che se ne potevano trarre. E finita un'epoca, mi dicevo.
Poi è venuta l'idea di Mario Vigiak di scrivere un libro che raccogliesse le testimonianze di quanti lo avevano conosciuto ed ancora la volontà della Fondazione Mostra Internazionale d'Illustrazione per l'Infanzia "Stepan Zavrel", di dedicare al Maestro una mostra retrospettiva della sua opera. Il libro è stato pubblicato con il titolo "Il mondo magico di Stepan Zavrel", e si può trovare presso la Fondazione Mostra di Sàrmede; in libreria si trova col titolo "Il viaggiatore incantato". La mostra si è appena conclusa domenica 11 marzo 2001, alla Casa dei Carraresi di Treviso dove ha riportato un gran successo di pubblico.
Mario Vigiak conosceva bene Zavrel, del quale con la Quadrangolo Libri aveva pubblicato "Il ritorno di Ario, da Ciro il grande a Ciro il piccolo" e nel 1975, assieme ad altri, avevano aperto la galleria Quadragonoarte in Conegliano.
Il lavoro di Vigiak quale curatore di questo libro è stato quello di riallacciare i contatti con quanti avevano conosciuto Zavrel.
Sua è l'abilità di condurre per mano il lettore attraverso un viaggio lungo anni in quella che è stata la vita di Stepan Zavrel, non con il riferire della sola esperienza personale ma con lo svolgersi della vita di tante persone che hanno stretto rapporti con Stepan e che così hanno modo di raccontarlo ognuno dal proprio punto di vista. Il passaggio da un racconto all'altro, secondo un ordine cronologico preciso, è naturale e sicuro, senza incertezze e ciò rende la lettura scorrevole ed avvincente quasi come fosse un romanzo.
Ne è uscito una narrazione interessante e toccante, un affresco meraviglioso ed affascinante che ci permette di capire, in modo completo, Zavrel ed il cosmopolita mondo in cui è vissuto, come mai avremmo potuto prima nemmeno se lo avessimo vissuto insieme a lui, tante sono le voce che lo raccontano. Numerose sono le opere artistiche riprodotte molte delle quali inedite ed interessanti sono gli affreschi prodotti in stampa e le foto di tanti amici ed artisti.
Sono consapevole che Stepan e la sua epoca sono finiti e che non potranno tornare ma la prossima volta che tornerò al piccolo cimitero di Rugolo e mi siederò sul muretto a guardare le colline, mi porterò questo libro perché in compagnia di tanti amici che l'hanno conosciuto forse sentirò meno la sua mancanza.

Ivo Lorenzon


<<< indice generale
http://www.tragol.it