Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°13 - 2001 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane

Rassegna Bibliografica

DARIO CANZIAN: "Vescovi, Signori, castelli - Conegliano e il Cenedes e nel medioevo" Nardini Editore 2000

È uscito di recente, con il contributo del Dipartimento di Storia dell'Università degli studi di Padova e dell 'amministrazione comunale di Conegliano, il pregevole testo di Dario Canzian, che analizza la situazione del Cenedese, dalla nascita della diocesi sino alle soglie del Trecento e al declino della potenza caminese.
Lavoro complesso e dotto, nel quale l'autore avvalendosi di una vasta messe di documenti non esita a porre in discussione le affermazioni e le ipotesi sin qui prospettate dagli storici del passato.
Quindi rilettura intelligente delle fonti e analisi accurata e minuziosa che offre agli studiosi di storia locale nuovi spunti di approfondimento. Già nel suo precedente testo su "Oderzo medievale" il Canzian aveva messo in risalto il complesso intersecarsi dei diritti e delle pertinenze dei tre vescovadi confinanti di Belluno, Ceneda e Treviso e chiarito alcuni presupposti che avevano spesso creato confusioni in materia; in questo nuovo saggio i motivi del contendere vengono spiegati in maniera ancor più esaustiva.
Però stranamente nel lamentare una sorta di vuoto di potere nel Cenedese, dal 980 circa agli ultimi anni del secolo, l'autore non sembra tener conto di quella che potrebbe esserne la causa più plausibile: la minore età dell'imperatore Ottone III che sarà sotto tutela dal 983 al 994. La madre, l'imperatrice Teofano e la nonna Adelaide, ressero l'impero combattendo contro vassalli ribelli sia in Germania che in Polonia e contro gli Slavi dell'Elba. Forse fu dovuto alla necessità di pacificare il centro Europa a causare il disinteresse per la nostra zona ritenuta abbastanza tranquilla e che vediamo, in seguito, amministrata da un conte di Ceneda, nel 997,quando Ottone III ha raggiunto la maggiore età da tre anni.
Indubbiamente questo lavoro sarà un valido strumento di consultazione per quanti si dedicano allo studio della storia del Cenedese in epoca medievale e per gli studenti nella stesura delle loro tesi.
Concordiamo con l'autore (pg. 24 nota 26) sull'importanza della toponomastica che si può giustamente definire come la sentinella della storia. Purtroppo troppi storici e studiosi se ne servono con estrema disinvoltura attribuendo ai toponimi significati fantasiosi che nulla hanno a che fare con il loro reale contesto. Un toponimo ben fissato, nel luogo e nel tempo, difficilmente è menzognero mentre il più delle volte èl'uomo a renderlo tale.
Un aspetto del titolo ci fa sorridere:
"Conegliano e il Cenedese", noi comprendiamo il desiderio dell'autore di glorificare l'amministrazione comunale che ha contribuito alla stampa del libro, ma sarebbe stato più logico scrivere "Ceneda e il Cenedese" poiché Conegliano fa parte, per l'appunto, del territorio Cenedese.

Loredana Imperio


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