Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°12 - 1999 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane
GIANCARLO FOLLADOR

TRENTATRE LETTERE DAL LAGER


Prigioniero Agostinetto Primo Eugenio, matricola 50015. Lager Bezeichnung, M. Stammiger VIII A, Campo n° 15801 -K.d.O., Deutschland, Germania.
Una storia, quella di Primo, uguale in tutto e per tutto a tante altre di soldati internati dopo l'8 settembre nei campi di concentramento nazisti.
Primo è ritornato dal lager, come si vedrà, in condizioni fisiche deplorevoli. Ma, di quel periodo che ha trascorso in Germania, ha lasciato un segno: le lettere che inviava alla moglie, Teresa Stramare di Pietro e Luigia Dall'Armi, lettere che nessuno ha mai avuto il coraggio di gettare nel fuoco. La moglie, in particolare, le ha conservate come una reliquia, accartocciate in un vecchio giornale. Sono rimaste nella soffitta della casa in una scatola di latta (quelle vecchie scatole di biscotti!): ogni tanto, dopo la sua morte, andava a prenderle in mano e tentava di rileggerle per sentirsi ancora moglie di Primo e di ricordare quei tragici e magnifici momenti in cui il postino bussava alla porta per recapitare questi messaggi di "sopravvivenza".
Sono 33 "pezzi" di carta di straordinaria importanza ed anche unici nel loro genere, anche se la giustificazione è scontata. Da un campo si può scrivere, quando è permesso, descrivere situazioni falsate della realtà, poi c'è la censura... Ed allora è interessante prendere questi pochi documenti da un altro punto di vista: quello affettivo, psicologico, quello linguistico.
A Bezeichnung, a suo dire, Primo stava bene, "asto bene": bisognava stare bene. Se uno non stava bene era morto e certo non poteva scrivere; e nessuno avrebbe fatto una comunicazione alla famiglia, sempre in apprensione.


GIANCARLO FOLLADOR. Laureato in lettere, giornalista pubblicista, insegnante, autore di numerose pubblicazioni su temi storici interessanti prevalentemente il trevigiano, curatore e coordinatore di importanti testi di storia locale.

Primo è un contadino, con quella licenza elementare ottenuta a strappi perché era più il tempo che doveva trascorrere nei campi e accudire alla stalla che andare a sentire una maestra che parlava di Mussolini, di conquiste in terra d'Africa, di eroi caduti per costruire il grande Impero.
A Valdobbiadene il contadino Primo Eugenio Agostinetto aveva pochi fazzoletti di terra: quelli ereditati dal padre. Terra sempre dura: una parte campagna, un parte a vigneto, e poi la stalla con quelle poche vacche, tanto spesso avare di vitelli: una delle poche possibilità per poter raggranellare qualche lira con una vendita.
Dura da tirare avanti. E sempre con lo sguardo rivolto al cielo benedetto e maledetto: potevano i preti, in Chiesa, parlare nei loro sermoni di pazientare anche di fronte ai capricci atmosferici!
E giunge anche l'età di prender moglie: egli, nato il 1° gennaio 1908, sceglie la Teresa Stramare, nata il 21 giugno 1911, e il 23 febbraio 1935, una giornata veramente fredda, di buona mattina la incorona sua sposa. Pochi invitati: quelli della famiglia. Le poche galline del pollaio dovevano bastare per tutti. Alla fine della cerimonia l'arciprete monsignor Bonatto consegna loro un libriccino. Devono attentamente segnare quando i figli nascono, quando vengono battezzati, quando fanno la prima Comunione e la Cresima. Primo e Teresa dicono di Sì. E questo libriccino Teresa, da buona devota di Santa Maria Assunta, lo ha sempre conservato.
E quando Primo era prigioniero in Germania ha letto e riletto quanto vi era scritto.
Lo ha meditato nelle notti insonni. In particolare "il marito è il capo della donna, ma non è il padrone: la deve reggere con l'autorità, ma più ancora con la carità. La moglie è soggetta al marito, ma non è la schiava, sibbene compagna. A vicenda gli sposi si debbono: amore, rispetto, compatimento, soccorso".
Primo e Teresa, quelle "cose da ricordarsi", le avevano ben impresse nella memoria. E Primo, quando era nel lager, si era ricordato anche di un altro avvertimento "pastorale": "La Provvidenza impone al marito di procurare alla moglie e alla famiglia quanto "necessario".
Nel lager, Primo non poteva far nulla, anzi era lui che chiedeva aiuto: un grande aiuto, quello di mettere in bocca qualche cosa per sopravvivere, per potere rivedere un giorno la famiglia.
Tanto più che prima della tragedia della guerra erano arrivati i figli: Paolo Pietro il 13 febbraio 1936; Mario Isidoro il 10 maggio 1937; Silvesto Giovanni il 24 giugno 1939. Più tardi farà la sua comparsa anche Policarpo.
E da questo momento la sua storia diventa comune a quella di tanti della sua età.
Dopo aver fatto il servizio militare dal 22 ottobre 1928 al 7 settembre 1930 nel settimo Reggimento Alpini, Battaglione Belluno, viene congedato dall'esercito con la "dichiarazione di aver tenuto buona condotta e aver servito con fedeltà e onore".

Primo torna a casa, alle sue vacche e alla sua vigna.
Ma il 24 agosto del 1939, mentre stava falciando l'erba ed era tutto occupato a fare programmi per andare in montagna per far altro fieno, i carabinieri della stazione di Valdobbiadene si presentano in casa per consegnare il "biglietto a Primo Agostinetto".
Primo non c'è: è fra i sudori in mezzo al campo poco lontano da casa. Si era alzato alle cinque e, dopo aver "guarnato le vacche", aveva preso la falce in spalla.
Teresa non poteva aspettarsi simile colpo. Perdere il marito così, e con i figli da portare avanti!
Primo viene raggiunto dai carabinieri.
Sorpreso, non sa altro che mugugnare: "I me a ciavà anca mi, par na guera che no me frega gnent". E poi, partiti i carabinieri: "Ma chi molderà le vache, chi segherà, chi springherà le vì!. Dio Madona, Spirito Santo, porca vaca, Santantonio, Santo Dio, son in merda e chi penserà!".
La mossa istintiva è di riprendersi la falce in spalla e tornarsene a casa per trovare una consolazione con la sua Teresa, più agitata di lui. I bambini gli corrono attorno. Ma non sa dare loro una giustificazioen di quella faccia tirata e della lingua che non sa esprimere nulla.
Teresa lo osserva e tace: l'unica cosa che sa dire è che "el mondo lè fat cosi


"Cara Teresina questa e la mia fotografia che ti mando io da soldato e la prima fotografia che mio foto da soldato.

Il 30 agosto fa già parte del settimo Reggimento Alpini del Battaglione Cordevole.
Primo torna a casa in licenza agricola. In caserma ha trovato il comandante benevolo. Nella sua povera dialettica contadina era riuscito a convincere che era necessario a casa per la vendemmia. E il 12 settembre 1942, e rimane fino al primo dicembre. Ma non parte: improvvisamente si ammala e la partenza viene rinviata. Il 12 dicembre, reso idoneo, rientra a fare parte del Settimo Alpini, Battaglione Antelao, terza compagnia, zona di operazione Trieste.
Vi rimane un anno e l'8 settembre 1943 è catturato dalle truppe tedesche. Intanto la moglie Teresa con i figli si trasferiscono a Col San Martino.
Da una lettera inviata al Distretto Militare diTreviso il 20 marzo 1948, così il Primo si fa scrivere: "Io sottoscritto dichiaro che quanto trascrivo corrisponde a verità: fui richiamato alle armi il 12.12.42 presso il Reggimento 7° Alpini di Belluno, Battaglione Monte Antelao, Terza Compagnia. Prestai servizio in varie località e fui catturato dall'esercito tedesco a Villa Opicina il 9 settembre 1943. Ivi trasportato in Polonia in campo di concentramento di Thom n° 20 a campio di smistamento, restai costì per breve tempo, fui destinato in seguito al campo di lavoro di Buchenaire n° 15801; ivi assegnatomi un lavoro materiale pesantissimo, lavorando per 12 ore giornaliere consecutive rimanendo sempre in terreno umido e talvolta nell'acqua (lavoro di tubazioni), continui maltrattamenti da parte del personale militare incaricato alla sorveglianza, cibo scarsissimo e, dalla qualità di questo, non dava alcun nutrimento, il mio fisico riconosciuto sotto le armi in perfette condizioni sopportò per un dato periodo queste privazioni, e i pesanti lavori, ma mi rendevano giorno per giorno sempre più gracile, finché esaurite quasi completamente di calorie mi pervennero dolori per tutta la vita, seguito a questi domandai visita medica e fui ricoverato il 23.2.1944 nell'infermeria italiana del campo n° 8 di Corlitz, riconosciuto con pleure bilaterale e deperimento organico.
In seguito fui riconosciuto dalle Commissioni mediche tedesche inabile al lavoro e pertanto in attesa di rimpatrio; partito dal campo per rimpatriare il 18.2.1945, fui fermato, a seguito eventi bellici, nel campo di Memingen fino alla fine della guerra.
Rimpatriato il 5 giugno 1945 sempre nelle medesime condizioni fisiche, fui riconosciuto dal medico condotto con la stessa diagnosi ed inoltre: affetto d'asma e attacchi cardiaci".
In realtà Primo, dal suo ritorno a casa, non era più riuscito a rimettersi. Secondo la testimonianza dei figli, lavorava con estrema fatica e doveva in continuazione ricorrere alle cure mediche.
Secondo un referto rilasciato dal rapporto sanatoriale dell'Ospedale di Valdobbiadene, "nell'estate dal 1947 ebbe ricaduta di pleurite sinistra che curò a casa. Dalla metà di marzo 1948 ha tosse con espettorato-dispneaoligomie-senso di battito al collo sincrono con polso. Viene ricoverato d'urgenza con gravi dispnee". Dimesso l'8 giugno, ritorna in ospedale i114 agosto, rimanendovi fino all'8 ottobre". Ma la salute non torna. Dopo una lunga traversia burocratica, nel 1951 viene dichiarato invalido di guerra.
Primo, e la sua Teresa, non ci sono più da parecchio tempo. Primo muore il 26 agosto 1954 e la Teresa neanche un anno dopo, nel febbraio 1955. Si sono trascinati a vicenda per vivere insieme un'altra vita.
Di quei tragici giorni trascorsi in campo di concentramento rimangono queste povere, ma straordinarie lettere e cartoline postali inviate alla moglie.
Dal campo di concentramento il 20 novembre 1943 scriveva: "Io fino aora in grazia del Signore mi trovo in buona salute... e datevi sempre coragio, come che me ne do io e non piangete per me che io asto sempre con la speranza del Signore che mi aiutano e mi protegiano a tutti i pericoli e di ritornare presto sano e salvo fra meio ai vostri cuori che stanno sufrendo per me. Ma sempre cara la tera che presto vignera anche la pace".
"Cara mia Teresa fami sapere come sano i miei bambini, che sempre mi penso dite e i miei cari bambini". "Altro non poso a scriverti".
E poi il messaggio persistente: un pacco di viveri, per riempire lo stomaco. Le lettere sono un continuo appello a combattere la fame. Non riesce a farcela con la brodaglia che i tedeschi passavano al rancio. E come in tutti i casi di persone internate, anche Primo sentiva che le forze giorno dopo giorno stavano mancando. Il lavoro in mezzo all'acqua era nocivo per la sua salute, e mano a mano che i giorni passavano, la speranza di rientrare ad abbracciare la sua Teresa ed i figli, lo metteva in agitazione.
Ma, nonostante le traversie, questa speranza non poteva abbandonarlo. Era difficile farla allontanare nelle tante notti insonni passate sul pagliericcio lordo e puzzolente del lager.
"Speditemi pachi anche dalla crocerosa. Quando che fate un pacho, fatemelo con una valise"..
E quando arrivava il "paco", Primo rispondeva: "asto bene".
E poi, rivolgendosi a Teresa: "Giu metemi dentro una foto dei bambini sula letera tacata con la cola". E continua in altra corrispondenza: "Cara Teresa, quanto desidero che sono di vederti te onita con i cari bambini, che sempre mi penso e deso che ho ricevuto la fotoghrafia la guardo sempre... mi pare sempre di averli davanti ai mie ochi tutti di famiglia, ma speremo che venga presto quel bel giorno di vedersi tutti oniti di famiglia e di fare un bel pranzo asieme e di bevere un bechiere di vino buono, perche e quindici mesi che non sagio più vino".
Il suo vino, quello che riusciva a fare nella sua piccola cantina col pavimento di terra battuta e conservare con amore fino alla vendemmia.
Scriveva il 26 agosto 1944: "Cari genitori e fratelli, quando fate il vino novo, fate un po di vino buono per me per rinforsarmi le ghambe". Non poteva certo dimenticarselo.
E poi il 25 novembre: "Cari genitori e fratelli non vendetelo tutto il vino buono, lasiateme un poco anche a me che mi torno a fare la cropola dentro le budele. Fami sapere quanto vino che avete fato o se la avete venduto".
In una delle sue ultime lettere, a conclusione, Primo scrive: "Cara Teresa, te diro che dopo venti misi di questa bruta, lunga vita di prisonia, mi sono riuscito di ritornare ancora in Italia sano e salvo con la ghrazia di Dio e la Madona e tutti i Santi che mi ano aiutato tanto quando io era in fermaria e non credevo mai più di fare una lunga vita presonia in Germania".
E Primo tornava a casa per sopravvivere ancora, con tanta difficoltà, solo sette anni. Sette anni di tormento, di delusione della vita, ma sempre accompagnato dai figli e dalla sua carissima "molge" Teresa.
Anche Primo, come tanti altri, è stato vittima di quella insensata guerra inventata da un regime. Egli che, delle faccende politiche, non sapeva nulla, è rimasto coinvolto in quel turbine assurdo fino alle estreme conseguenze.
In campo di concentramento sognava la sua terra, le sue vacche, i suoi figli, la sua Teresa. Forse la forza di sognare gli ha dato la forza di sopravvivere a quella spietata filosogia di annientamento nazista. E' riuscito a tornare per gustare in pace quel suo tanto agognato "goto" di prosecco.
E come si è detto, la sua storia è stata simile a tante altre, povera, sofferta e nel contempo mirabile.
Ma non per questo la sua storia è sullo scalino inferiore delle grandi storie degli uomini "grandi".
È commovente l'ultima lettera, quando sulla strada del Brennero stava entrando in Italia: "Cara Teresa, mentre che io ti scrhivo, mi trovo giu al Brenero e spero fra giorni di essere fra le tue bracia con i miei cari bambini e tutti di famiglia. Ma spero romai che sia vicino quel beato giorno di gioia, contenteza per me di esere a casa fra le tue bracia, come pure e una grande contenteza anche per te di esere fra le mie bracia.
Poi quel giorno che io arivo, se trovo tutto bene che non sia malore per me e un belisimo giorno, più bello di quando che siamo sposati e credo che sia anche dite e tutti di famiglia.
E quando io sero in piazia di Col. Sa. Marttino ti mandero a dire che tu venga in contrarme con i miei cari bambini.
E se tutto vano bene canteremo ghloria Dio e pace in tera ai uomini di buona volontà".


1) Foglio senza data.

Prigioniero Agostinetto Primo.
Matricola 50015. Lager Bezeichnung, M-Stammlger VIII A
Campo n° 15801-K.d.0.
Deutschland, Germania.

Pani 22, 9 etti farina, una camicia, 4 pachetti tabaco, due gomitoli filo, aghi.
Mitente: Agostinetto Paolo, Col San Martino, Pr. Treviso.


2) Senza data. (È presumibile che questa cartolina a stampa sia stata inviata alla famiglia al momento dell 'internamento)

Absender:
Vor und Zuname: Prigionieri Agostinetto Primo.
Gefangenennumer: 50015
Lager-Bezeichnung: V III A
Deuschland (Allemagne)
Hier abtrennen! Staccare qui
Mettere l'indirizzo in dupl. copia nell'interno dei pacchi

Istruzioni concernenti la spedizione e l'imballaggio dei pacchi postali

I colli postali ed i piccoli pacchetti saranno distribuiti soltanto se portano questo indirizzo stampato. Tutti i pacchetti l'indirizzo dei quali non è stato incollato sull'imballaggio non vi perverranno ed il contenuto sarà distnbuto agli altri prigionieri.
L'imballaggio deve essere solido e resistente, altrimenti i pacchi si disfano e si perdono.

(Primo Agostinetto non aggiunge altra nota. Di suo pugno è solo l'indirizzo del Lager.)


3) La cartolina postale è scritta il 21 novembre 1943, porta la data di partenza dal Lager
3.12.'43, 9-10 N, arriva a Colsanmartino 1'8 dicembre 1943. Porta il nome del campo di
concentramento: Rdo 15801, stalag VIII A.
Recto: Signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, Italia, Pro. Treviso.
Agostinetto Primo n° 50015.
Kriegsgefangenenlager

21.11.1943

Cara mia moglie e geninitori vi da notto della mia buona salute e cosi spero sempre dite e i bambini e genitori tutti di famiglia, fami sapere come che stano i miei bambini e te come tu ti trovi? Non pensare di me io sto bene e sono sul lavoro e i miei frateli non trovo.
Atendo tue notizie più presto sia pos (ibile) (l'ultima riga è censurata).


4) La lettera è scritta il 28 novembre 1943. Il timbro del lager è del 9.12. '43, arriva a Colsanmartino il 18.12. '43.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, Italia, provincia
Treviso.
Verso: Alpino Agostinetto Primo n° 50015, Lager Bezeichnung:
M-Stammlager VIII A, Kommando-Nr.: 15801

28.11.43

Carisima moglie e genitori, vengo a voi tutti di famiglia con quete mie poche righe che dopo un lungo tempo vi poso dare mie notizie. Io fino aora in grazia del Signore mi trovo in buona salute e cosi spero di voi tutti di famiglia e datevi sempre coragio, come me ne do io e non piangete per me che io asto sempre con la speranza del Signore che mi aiutano e mi protegiano a tutti i pericoli e di ritornare presto sano e salvo fra meio ai vostri cuori che stano sufrendo per me. Ma sempre cara la tera che presto vignera anche la pace. Poi ve diro che mi trovo in sieme di Antonio gnucco e siamo nel lavoro asieme fino aora presente.
Cara mia Teresa fami sapere come che stano i miei bambini, che sempre mi penso dite e i miei cari bambini. Puoi farmi sapere dei miei fratello se i sono a casa e fami sapere qualche cosa de mestieri di casa.
Altro non poso a scriverti che salutarti di vero cuore te e tutti di famiglia e sono tuto marito Eugenio.
Ciao, informati se tu puoi mandarmi pachi, di ciao.


5) La cartolina postale porta la data del 12 dicembre 1943, è spedita dal lager il 31.12. '43
ed arriva a Colsanmartino il 9.1. '44.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, Posmon Agostinetto Primo n°
50015, stalag VIII A.

12.12.43

Carisima mia moglie e famiglia, ecomi che ti mando ancora le mie notizie che fino aora asto bene e non pensar di me e sono sul lavoro insieme di Toni gniuco io asta sempre co lu. Che tu sta bene te e bambini e tutti di famiglia, io ti saluto tantto te e i miei cari bambini e famiglia e sono il tuo caro marito Eugenio, ciao, sempre coragio.


6) La lettera è scritta il 25 dicembre 1943. Viene spedita dal campo il 7 gennaio '44, arriva
a Colsanmartino il 15.1.'44.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col Sa Marttino, via Posmon Crede, Italia, pr. di
Treviso.
Verso: Alpino Agostinetto Primo, n° 15801, stalag VIII A.

Natale 25.12.43

Carisima mia moglie e vengo a te oggi che e il giorno di Natale vengo a te con queste mie poche righe perché di più non poso pe dirti le mie, le mie notizie che fino a ora asta bene e cosi spero dite e i miei cari bambini e tutti di famiglia che tantto desidero di vedervi, ma qui non si sa quando che sara quel giorno che si potra a vedersi, ma sempre coragio losteso e stiamo sempre con la grazia del Signore che abiano da venire la pace presto. Poi ti o scrito quatro volte e io adeso asto sempre con le braccia aperte per avere le tue notizie. Fami sapere come tu ti trovi te e bambini e tutti di famiglia poi dispiegarmi un podi casa, come che la vano e in italia come che vi trovete. Fami sapere qualche cosa e miei fratelli.
Cara Teresa fati sempre coragio e non pensare tantto di me che io sono sul lavoro in sieme di Toni gniuco e tuo fratello Davide non lo so dove che si trova.
Altro non so cosa a dirti che salutarti di vero cuore te e i bambini e tutti di famiglia e sono tuo marito Eugenio ciao.
Informati se tu puoi mandarmi dei pachi, ciao.


7) La cartolina postale porta la data del 10gennaio 1944. Ha il visto dal campo il 19.1. '44
ed arriva a Colsanmartino il 26.1. '44.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col Sa. Martino, via Posmon Crede, pr. Treviso,
Italia.
Verso: Agostinetto Primo n°. 50015, stalag VIII A.

10.1.44

Carisima mia moglie vengo a te con queste mie poche parole per darti notto della mia buona salute e cosi vorei sperare dite e i miei cari bambini e tutti di famiglia.
Ogni giorno aspeto le tue care notizie. Altro non mi alungo che salutari di cuore te e famiglia e sono tuo caro Eugenio, Ciao.


8) La lettera è arrivata il 14, febbraio 1944 e data del campo 26.2. '44. Arriva a destinazione in data imprecisata, visto che il timbro postale risulta stampato solo a metà.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, pro. Treviso, Italia.

14.2.44

Carisima mia moglie, vengo a te e genitori con queste mie poche righe per farti sapere della mia buona salute e così vorrei sperare dite e i miei cari bambini e tutti di famiglia. Cara Teresa ti diro che ogi miano detto i nostri superiori che si può far venire i pachi anche senza scontrino che il comando li pasano lo steso, e alora apena che tu puoi spediscimi subito un paco, perche o bisogno e meti detro un paio di braghe, una malia e uan camicia e da mangiare piu di tutto, perche o fame e un po di sapone per la barba e filo da pontare e tabaco, ma piu di tutto roba da mangiare: pane o riso, o farina.
Poi e tantto tempo che atendo le tue notizie, perche ne o preso una volta solo, dunque puoi in maginarti quanto che asto aspetare le tue notizie e specialmente i pachi. Io sono ancora sul lavoro e non pensare di me perché mi dano anche un po di pagha, ma non tanto. Altro non so cosa a dirti, che salutarti di vero cuore te e baci ai miei cari bambini e vi saluto tutti di famiglia e sono per sempre il tuo caro marito Agostinetto Primo. Adio, ciao e stami bene.


9) È una cartolina sul recto della quale è scritto, oltre l'immagine dell'Italia, di un militare
e di un gruppo di persone attorno un tavolo intenti a discutere, "L'ITALIA NON SI SALVA
CON DISCUSSIONI !" Non ha data. Parte dal lager il primo marzo 1944.
Non c'è la data di arrivo a destinazione.
La cartolina reca stampata la seguente dicitura: VV Pr/V-I Nr 10
Po-X-1943 E.G.A.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, Pro. di Treviso,
Italia.

Cordiali saluti a te e tutti di famiglia e sono il tuo caro marito Eugenio che sempre ti ama si e mi penso sempre dite e bambini, adio, ciao a tutti di famiglia.
Mitente: Alpino Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.


10) La lettera porta la data del 4marzo 1944. Il timbro del lager è illeggibile. Essa arriva a
Colsanmartino il 22.3. '44.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, Pro. di Treviso,
Italia.
Verso: Alpino Agostinetto Primo, n° 50015, stalag VIII A.

4.3. '44

Carisima mia moglie e famiglia. Vengo con queste mie poche righe per farvi sapere della mia buona salute e cosi vorei sperare dite e i miei cari bambini e tutti di famiglia.
Te diro che mi trovo in fermeria per i piedi gonfi, ma adeso mo sono disgonfiato e comi. di stare meglio e perquesto non aver nesun pensiero. Stai pure tranquila. Qui o trovato anghe tuo fratello Davide e lui sperano di venire in Italia, perchè el se un po malato. Ma taci, non dirli niente a sua moglie.
Poi adeso ti speso anche il modolo per il paco e fami un piacere di spedirmi subito il paco e dentro pane biscotato, roba da mangiare piu di tutto e tabaco, perche con il tabaco si trova da mangiare e meti dentro un po di filo da pontare e sapone da barba e una camicia e una malia e un paio di braghe, ma piu di tutto mi racomando roba da mangiare, pane.
E sono qui che atendo sempre le tue notizie, perchè dopo dela prima volta non ne o mai preso niente.
Altro non mi alungo che salutarti di vero cuore e baci ai miei bambini e saluti a tutti di famiglia. E sono il tuo caro marito Eugenio e saluti a tutti i avicinanti, adio, ciao stami bene ate.


(11) È una lettera al fratello Terzo scritta il 5marzo 1944 dal lager di Bezeichnung. Il timbro di partenza è del 20.3. '44. La lettera arriva a Valdobbiadene in data imprecisata, in quanto manca qualsiasi riscontro.
Recto: Al signor Agostinetto Terzo, Valdobbiadene, via Buse Rochat, Pro. di Treviso, Italia. Verso: Alpino Agostinetto Primo, n° 50015, stalag VIII A.

5.3. '44

Caro fratello, vengo con queste mie poche righe per farti sapere della mia buona salute e cosi vorei sperare dite e tua famiglia.
Te diro che ti mando questa letera anche a te, perche ovuto una letera di piu e alora o volia mandartela a te e ti mando anche un modolo per il pacho, se tu amandarme un paco e meti dentro pane, che siano biscotato e a me mi basta pane, perchè o fame e se tu puoi, meti dentro anche tabaco, perche col tabaco trovo da mangiare e speciscilo subito.
E poi te diro che tanto tempo che non ricevo piu posta dala famiglia e sono qui che la aspeto ogni giorno, ma non avedo ma non avedo mai rivare niente e non lo so il perche.
Ma io asto con la speranza che i stiano bene tutti, ma non vedendo le sue notizie, io asto sempre con il pensiero che stiano male, perche e due mesi che non ricevo più le sue notizie.
Altro non so cosa dirti che salutarti di vero cuore te e tua famiglia e sono tuo fratello Eugenio. Adio, ciao, stami tantto bene, atendo le tue notizie subito con il paco, ciao.


12) La lettera porta la data 18 marzo 1943. Parte dal lager il 13.4. '44 ed arriva alla moglie
il 23.4. '44.
Recto: Alla Signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, Pro. Treviso,
Italia.
Verso: Alpino Agostinetto Primo, n° 50015, stalag VIII A.

18.3. 44

Carisima mia moglie e genitori, vengo con queste mie poche righe per farvi sapere della mia buona salute e cosi vorei sperare di voi e tutti di famiglia.
Cara Teresa, giorni fa o ricevute due letere, una tua scrita in data del giorno 13 febraio e laltra e quela che miano scrito la padrona e ai scrito anche te insieme e godo nel sentire dela vostra buona salute, cosi pure contracambio i saluti della padrona e miano tocato a fare legere dal interpete perche la aveva scrito per tedesco, ma piu di tutto sono rimasto contento nella tua letera, perche tu mi ha spedito il paco e adeso asto aspetarlo giorno per giorno il paco, perche o della fame.
E adeso ti spediso un modolo per un paco e altri due modoli lo spediti ai primi di marzo, uno a te e uno a mio fratello terzo. E apena che ricevi il modolo, spediscilo subito il paco, perche qui e fame e non si pensa altro che da mangiare.
Tuo fratello sperava di venire in Italia e io sono in lista anche me per venire in Italia, non so quando che mi mandano. Ma i pachi spediscili losteso sianca se dovese da venire in patria, perche e melio che li perdo, piutosto di non venire in patria.
Altro non mi alungo che salutari di vero cuore te e bambini e tutti di famiglia e sono tuo caro marito Eugenio, ciao.


13) La cartolina postale data 20aprile 1944 e porta il timbro del campo del 3.5. '44, non c'è
quello di arrivo.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col Sa. Marttino, via Posmon Crede, Pro. di Treviso,
Italia.
Agostinetto Primo, n° 50015, stalag VIII A.

20.4.44

Carisima mia moglie e venitori, ve diro con molto piacere che o ricevuto il paco, quelo che miavete spedito con il modolo e adeso aspeto quelo senza modolo che e due mesi che sono per strada. Poi ve diro che spero di rimpatriare in Italia presto, poi io asto bene e cosi spero sia di voi tutti di famiglie e mia moglie e sono tuo caro marito Eugenio, adio, ciao.


14) La cartolina postale data 22.4.1944. Parte dal lager il 4.5. '44. Manca il timbro postale
di arrivo.
Recto: Pri. Agostinetto Primo, n° 50015, stalag VIII A.
Alla signora Agostinetto Teresa, Col Sa Marttino, via Posmon Crede, prov. di Treviso, Italia.

22.4.44.

Carisima mia moglie, te dirò che con molti piacere ierisera o preso tue notizie quela letera che ano scrito Giovanni Brunoro e sento che erano in Polonia e adeso si trovano a casa, ma così pure se Dio mi da e tutti i Santi mi da la Grazia spero di rimpatriare presto in Italia anchio. Godo che state bene tutti di sa e pure e di me.
Saluti tuo Eugenio, adio, ciao.


15) La cartolina postale è scritta il 29maggio 1944 e parte dal lager il 10.6. '44. Non reca
il timbro di arrivo.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col Sa. Marttino, via Agostinetto Primo n° 50015,
stalag VIII A.

Carisima mia moglie e genitori, dopo tanto tempo, mi ano dato una cartolina per scrivere. Ve diro con molto piacere laltro giorno o ricevuto una cartolina in data del 15 aprile e anche una letera da mio fratello in data del 28 aprile e fino aora o ricevuto anche quatro pachi. Il lultimo lo ricevuto il giorno 18 aprile e o inteso della vostra buona salute tutti di famiglia e cosi pure e di me fino aora io pure. Vi saluto tutti di famiglia. E speditemi pachi.
Cara Teresa ti saluto te e bacia bambini, tuo Eugenio, ciao.


16) La cartolina postale porta la data del 7giugno 1944 e quella del campo del 19.6. '44. Non
è noto l'arrivo.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Martino, via Posmon Crede, Pro. di Treviso,
Italia.
Agostinetto Primo n°. 50015, lager VIII A.

7.6.44

Carisima mia Teresa, vengo a te con questa cartolina per farti sapere che adeso mi trovo vero bene e tu puoi stare tranquila che asto bene, ma o trovato il figlio di Giovanni. . . (tre righe sono censurate) . . . mi ano aiutato tantto e se potete date qualche cosa da mangiare che le spedisa al suo figlio nei pachi, perche mi anno asestito tantto con il mangiare.
Ti saluto te e ti mando i miei baci a te e bambini, e sono tuo Eugenio.


17) Lo stesso giorno scrive un'altra cartolina postale, la data di partenza è identica alla precedente e così le indicazioni di indirizzo e mittente.

7.6.44

Carisima mia Teresa, ti faro sapere che mi trovo ancora qui in ferrnaria, ma asto bene, me ce poco da mangiare, ma o Spadeto. . . (tre righe sono censurate) .. . qualche cosa da mangiare a Spadet che le mandato al suo figlio. Io ti saluto e ti bacio te e bambini e vi saluto tutti di famiglia e sono tuo marito Eugenio, adio, ciao.


18) La cartolina postale è del 19giugno 1944 e parte dalla Germania il 5.7. '44 per arrivare
a Colsanmartino il 27.7. '44.
Recto: Alla signor Agostinetto Paolo, Col Sa. Marttino, via Posmon Crede, Pro. di Treviso,
Italia.
Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.

19.6.44

Carisimi genitori, laltro giorno con grande gioia o ricevuto le vostre notizie e godo nel sentire della vostra buona salute e cosi pure e di me. Poio inteso che me avete spedito 6 pachi. Ve dico che ce no ricevuto 6 pachi compleso quelo di mio fratello Terzo. Adeso vio spedito 4 modoli:
tre a voi e uno a Terzo. Speditemi pachi anche dalla crocerosa. Quando che fate un pacho, fatemelo con una valise.
Contracambio i saluti di tutti che dimandano di me, sorelle e cognati.
Io vi saluto voi e tutti di famiglia e sono vostro figlio Eugenio, dio, ciao.


19) La lettera è scritta il 20luglio 1944 e parte dal lager 1' 8.8. '44 per arrivare a Colsanmartino
il 17.8. '44.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, Pro. di Treviso,
Italia.
Verso: Prigioniero Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.

20.7.44

Carisima mia Teresa, vengo a te e i miei cari genitori con questa mia letera per farvi sapere della mia buona salute e cosi asto sempre con la speransa dite e i miei cari bambini e genitori, fratelli e cugnati. Spero che astate bene tutti.
Cara Teresa e genitori, ve diro che con gran gioia ieri o ricevuto due pachi,uno cera de mio fratello Terzo e i erano tutti due con il modolo spediti nel mese di giugno e sono rimasto contento della roba che mi avete mandato, del pane, riso, pasta, lardo e dadi e due salami e i tubeti di medicina e tabaco e sigarete e 6 rome, o trovato tutto quelo che avete scrito sulla carta. Ma piu di tutto sono rimasto contento che mi sono in gropato il cuore di piangere a vedere la fotografie dei miei cari bambini che tanto desidero di vederli.
Nel paco di mio fratello o trovato pane, riso, butiro coto, una sopreseta, 4 pachi di tabaco, 2 pa. sigharete, 2 pa. cartine, 32 rome e ve ringrasio tanto di tutta la roba che mi avete mandato, perche con 8 pachi che o ricevuto e la buona gente de mondo di Gino Spadetto, mi sono rimeso tantto che asto bene fino aora e mandatemene pur ancora, fate un gran sachreficio, madateme di tutto quelo che potete che potro anchio un giorno venire in Italia e di . . . (la parola Italia è censurata).
Termino con salutarvi di vero cuore tutti di famiglia e sono tuo caro marito Eugenio, adio, ciao.


20) La cartolina postale è datata 28.7.1944 e parte il 4.8. '44 e non riporta il timbro postale
di Colsanmartino.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Martino, via Posmon Crede, Pro. di Treviso,
Italia.
Mi. Agostinetto Primo n° 50015, lager VIII A.

28 .7 .44

Carisima mia Teresa e genitori, ve dico che con gran piacere laltro giorno o preso vostre notizie, due cartoline in data del giorno 28 giugno e laltra del 23 giugno e una letera in data del giorno 28.6 e godo nel sentire della vostra buona salute e cosi pure e di me. Sono rimasto contento dei bachi che cisono andati bene. Io ho ricevuto 8 pachi in tutto e sono rimasto contento.
Vi saluto tutti di famiglia e suo tuo caro marito Eugenio, ciao.


21) La cartolina postale è scritta il 13agosto 1944. Riporta il timbro del campo del 24.8. '44.
Manca il timbro di arrivo.
Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, Pro. di Treviso, Italia.
Agostinetto Primo n° 50015, lager VIII A.

13.8.44

Carisima mia Teresa, giorni fao ricevuto una cartolina in data del giorno 17luglio e godo nel sentire dela tua buona salute te e i miei cari bambini e tutti di famiglie e cusi pure e di me fino aora.
O inteso che sei andata a trovare Metto Giacom e cosi tia dispieghato come mi trovo me e che sei un po consolata. Stai pure tranquila che io asto bene. Poi sento che miai spedito un paco dal figlio di Spadetto e altri due con il modolo. Io ceno ricevuto due pachi spediti il giorno 30 giugno, ma uno era di mio fratello Terzo, poi tre dico che o ricevuto la mia maglieta, un paio di braghe e sapone da barba e sapone da lavare.
Saluti e baci a te e bambini e tutti di famiglia e sono tuo Eugenio, ciao.


22) La cartolina postale è del 16 agosto 1944 e porta il timbro del lager del 24.8. '44 e non
quello di Colsanmartino.
Recto: All signor Agostinetto Paolo, Col. Sa, Marttino, via Posmon Crede, Pro. di Treviso,
Italia.
Pri. Agostinetto Paolo (ma certamente c'è un errore) n° 50015, stalag VIII A.
E' un modulo per l'invio del pacco viveri.

KRIEGSGEFANGENENSENDUNG
Invio ai prigionieri di guerra

Al prigionieri Agostinetto Primo
Gefangenennummerm: 50015
Lager-Bezeichnung: M. STAMMLAGER VIII A
Kommando-Nr. VIII A
Deutschland (Germania)

Mettere l'indirizzo in dupl. copia nell'interno dei pacchi

Instruzioni concernenti la spedizione e l'imballaggio dei pacchi postali
I colli postali ed i piccoli paccheti saranno distribuiti soltanto se portano questo indirizzo stampato. Tutti i pacchetti l'indirizzo dei quali non è stato incollato sull'imballaggio non vi perverranno ed il contenuto sarà distribuito agli altri prigionieri.
L'imballaggio deve essere solido e resistere, altrimenti i pacchi si disfano e si perdono. (Il testo è a stampa)


23) La cartolina postale con l'annesso modulo porta la data della precedente, ma questa volta c'è il timbro di arrivo a Colsanmartino: 27.9. '44.

24) La lettera è scritta il 26 agosto 1944. Il timbro del lager è del 16.9. '44. Essa arriva a
Colsamartino il 10.10. '44.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, pro. di Treviso,
Italia.
Verso: Prigioniero Agostinetto Primo, n° 50015.

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Scrivere soltanto sulle linee e leggibilmente

26.8.44

Carisima mia Teresa. Laltro giorno con molto piacere o ricevuto la letera in data del 31.7. e una cartolina in data del 1.8. e godo nel sentire della tua buona salute te e i miei cari bambini e tutti di famiglia e cosi pure e di me fino aora presente.
Te dico che sono rimasto molto dispiacente quando che o ricevuto la cartolina a sentire la disgrazia del tuo fratello Davide che sono morto io, o pensato subito male, quando che tu miai deto che tu sei andata a trovare Meto Giacomon e di tuo fratello non tu miai detto niente, erano tirato male, si ma non credere che dovese da morire subito. Poi i pachi che tu miai spedito il 30 giugno ho ricevuti, ma sono rimasto dispiaciuto perche non mi ano dato piu la fotoghrafia e i tubeti di vitamina ali altri miei compagni le ano mandato le foto e le letere e vitamina e a me non mi ano mandato niente, ma se tu puoi mandare ancora vitamina nei pachi e una fotografia dei bambini.
Poi sento che tu ai ricevuto i due modoli che te o spedito ai 19.
Giu metemi dentro una foto dei bambini sula letera tacata con la cola dinuovo, ciao.
E adeso in questo mese te no spedito altri 3 modoli, in tutti ce nai 5 modoli e adeso aspeto il paco che tu miai spedito dal figlio di Spadetto. Poi sento che la campagna vano abastanza bene anche dei fagioli e il fru. Fami sapere anche di Faion come si trovate. Poi ti diro che mi torvo ancora qui in fermaria, ma asto bene, poi sono asieme anche con Berto Fontana dala Riva. Altro non mi alungo che salutarti di cuore te e baci a bambini e tutti di famglia e sono tuo caro marito Eugenio, ciao.
Speremo che si fenisa presto questa guera e di vedersi presto.
Cari genitori e fratelli, quando fate il vino novo, fate un po di vino buono per me per rinforsarmi le ghambe, poi contracambio i saluti di mie sorelle e cugnati e tutti queli che dimanda di me, dinuovo vi saluto tutti di famiglia e sono vostro figlio Eugenio.
Adio, ciao, ciao tutti.


25) La cartolina postale è scritta il 29 settembre 1944 e parte dal lager il 5 ottobre, non c'è
riferimento dell'arrivo.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, Pro. di Treviso,
Italia.
Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.

29.9.44

Carisima mia Teresa e genitori, vengo a voi tutti di famiglia con questa mia cartolina per farvi sapere della mia buona salute, fino aora presente, e cosi asto sempre con la speranza di voi tutti di famiglia che state bene.
Cara Teresa, te diro che desidero sempre ogni giorno di vedere il tuo scrito per sapere qualche novita di tutto e asto sempre aspetare che dei pachi e tantto tempo che non ricevo piu posta e dei pachi. Io del mese di agosto tio spedito tre modoli.
Altro non mi alungo che salutarti te e baciarti te e bambini e tutti di famiglia e sono il tuo caro maritino Eugenio, adio, ciao a tutti di fa.


26) La lettera è datata 4novembre 1944 e porta il timbro di partenza del 23.11. '44. Arriva a Colsanmartino il 18 gennaio 1945.

Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, Pro. di Treviso, Italia.
Verso: All, prigioniero Agostinetto Primo n°. 50015, stalag VIII A.

4.11.44

Carisima mia Teresa e genitori, vengo a voi tutti di famiglia con questa mia letera per darvi noto della mia buona salute, fino aora presente e cosi vorei sperare di voi tutti di famiglia. Ve diro che o ricevuto le vostrte care notizie, una letera scrita il giorno 5 setembre e o inteso che astate aspetarmi presto se finise questa guera. Anchio e tanto tempo che asto aspetare quel bel giorno de la pace par venire fra voi tutti di famiglia, ma invece mi dispiace tantto di dover cominciare un nantro inverno e che fano fredo come lano scorso e cominciano gia il fredo e mi trovo senza robe da iverno, camicia, malie e mutande e calzeti.
Ma sempre coragio, come che o pasato il linverno scorso, nudo e crudo, io spero di di fare anche qeusto, ma poi ve dico che non spero di pasare tutto linverno qua io, asto sempre con la speransa che se fenise presto questa guera e di fenire linverno. a casa con voi tutti di famiglia.
Poi e tantto tempo che aspeto sempre se mi rivano dei pachi per trovare robe da inverno e riso e pasta e pane e roba da condimento e anche tabaco e sigharete e filo da pontare e sapone, anche qualche filo di salame o qualche peso di formagio o farina di frumento o di polenta. Altro non mi alungo che salutarvi di cuore tutti di famiglia e sono il tuo caro maritino Eugenio, ciao.
Il figlio di Spedetto mi dice che vi salutano tutti di famiglia e a me salutatemi suo padre, io pure contracambio i saluti di mie sorelle e cugnati e tuti quelli che dimandano di me. Cara Teresina contracambio i tuoi cari baci da te e il mio caro Silvestrino e Policarpo, io pure ti bacio te e bambini e ti penso sempre e sono tuo caro marito Eugenio, ciao.


27) La lettera porta la data del 4 novembre 1944 e parte dal lager il 23.11. '44 per arrivare
a destinazione il 18.l.'45.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede. Pro. Treviso,
Italia.
Verso: All, prigioniero Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.

4.11.44

Carissima mia Teresa e genitori, vengo a voi tutti di famiglia con questa mia letera per darvi noto della mia buona salute fino aora e cosi vorei sperare di voi tutti di famiglia. Ve dirò che o ricevuto le vostre care notizie, una letera scrita il giorno dela Madona del Caravaggio e una cartolina scrita il giorno 5 setembre. O inteso che astate aspetarmi presto se finise questa guera, anchio e tanto temo che asto aspetare quel bel giorno della pace per venire fra voi tutti di famiglia. Ma invecce mi dispiace tantto di dover cominciare un nantro inverno qua e che fano fredo come lano scorso e cominciano gia il fredo e mi trovo senza robe.
(la lettera è interrotta in questo punto, manca il seguito).


28) La cartolina postale porta la data del 19 novembre 1944 ed il timbro del lager del 9.12.
'44, non compare quello di arrivo.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, Pro. di Treviso,
Italia.
Verso: Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.

Breslavia, 19.11.44

Carisima mia Teresa, vengo a te e genitori con questa mia cartolina per farti sapere dela mia buona salute e cosi vorei sperare dite e i miei cari bambini e tutti di famiglia.
Cara Teresa te diro che dopo quatro mesi mi ano dato la fotoghrafia dei miei cari bambini quela che miai mandato nel paco. Io romai la avevo mesa persa e la vitamina invece non me lano data. Atendo sempre tute notizie (il resto è censurato si riesce a leggere solo "sempre tuo caro marito".


29) La lettera è scritta il 25 novembre 1944 e parte dal lager il 5 dicembre '44. Essa arriva
a Colsanmartino il 3 marzo '45.
Recto: Alla signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, vi. Posmon Crede, Pro. di Treviso,
Italia.
Verso: M. prigioniero Agostinetto Primo n°. 50015, stalag VIII A.

25.11.44

Carisima mia Teresa e genitori, vengo a te e tutti di famiglia con questa mia letera per farti sapere dela mia buona salute, fino aora presente e cosi vorei sperare dite e i miei cari bambini e tutti di famiglia.
Cara Teresa, quanto desidero che sono di vederti te onita con i cari bambini, che sempre mi penso e deso che ho ricevuto la fotoghrafia la guardo sempre perche mi asogno sempre dite e i miei bambini.
Mi pare sempre di averli davanti ai miei ochi tutti di famiglia, ma speremo che venga presto quel bel giorno di vedersi tutti oniti di famiglia e di fare un bel pranzo asieme e di bevere un bechiere di vino buono, perche e quindici mesi che non sagio più vino.
Cari genitori e fratelli non vendetelo tutto il vino buono, lasiateme un poco anche a me che mi torno a fare la cropola dentro nele budele. Fami sapere quanto vino che avete fato o se la avete venduto e la biava e anche la stala se la bene e i mestieri di famiglia.
E tanto tempo che aspeto sempre i pachi e le vostre notizie per sentire di tutto e anche della Italia come che si trova. Con me spedite dei pachi, speditemi riso pasta e farina di polenta o di pane e robe da vestirsi, malie e camicie e mutante e calzeti e una sciarpa per qui fa fredo. Io spero che me rivano presto quel giorno dela pace, ma questa roba speditemela losteso. Altro non so cosa a dirvi che salutarvi tutti di famiglia e sono vostro figlio Eugenio che sempre si pensa di tutti.
Cara Teresa ricevi i miei più cari saluti e baci a te e miei cari bambini e seno sempre il tuo caro marito Eugenio, adio, ciao, stami tanto bene.
Dentro nei pachi mandami anche Tabaco, anche in folie.
Sono rimasto contento di Silvestrino che e venuto grande e poi e un bel moretino anche Policarpo, ma mandami la fotoghrafia anche de miei nipotini, quelo di Giovani e quelo di terzo.


30) La lettera è scritta il 22dicembre 1944 e reca il timbro del campo del 30.12. '44. Arriva
a destinazione l'8 marzo 1945.
Recto: All dignora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon Crede, Pro. di Treviso,
Italia.
Verso: Mittente, Agostinetto Primo n° 50015, stalag VIII A.

22.12.44

Carisima mia Teresa e genitori, vengo a voi tutti di famiglia con questa mia letera per farvi sapere che con gran gioia l'altra setimana o ricevuto le vostre notizie, due cartoline in data del 11.9 e laltra 21.9 e una letera in data 16.10 e godo nel sentire dela vostra buona salute tutti di famiglia e cosi pure e di me fino a ora presente. Ma più di tutto sono rimasto contento perche in questi giorni o ricevuto un paco con dentro le fotografie dei mie cari bambini e un vaseto di graso e 25 pani e fagioli e adeso aspeto l'altro paco per fare le feste di Natale.
Cara Teresa come che tu midici nela letera e le cartoline che tu miai spedito due pachi, uno sensa modolo, quelo col modolo lo ricevuto e spero sempre in questi mesi che tu mi abia spedito ancora dei pachi anche senza modoli. Poi dentro nela letera che o ricevuto o trovato la foto dei miei cari bambini. Quele nel paco sono rimasto contento perche mi sembra che siano grandi e non pasa giorni che i guardano sempre non tu puoi in maginarti quanto contento che sono avere quele foto, perche li guardo sempre e mi pare sempre di avervi davanti di me. Ma vignera anche quel belisimo giorno dela pace e di poter abraciarsi tutti assieme;
Cara Teresa o sentito nella letera che sei tanto avelita per me di non poter aiutarmi, dati sempre coragio e non pensare tanto di me perche fino che asto bene come adeso e che Dio mi aiuta e che tu poi mandarmi dei pachi, vengo in Italia sicuro.
Ho inteso tuto quelo che tu miai deto (la conclusione della lettera è censurata, ma si riesce a leggere) nela letera e le cartoline. Altro non mi alungo che salutarti e baciarti te e i miei cari bambini e tutti di famiglia e sono il tuo caro marito Eugenio. Tanti saluti dal figlio di Spadetto e di Fontana.


31) La cartolina postale è scritta il 13 gennaio 1945 e porta il visto del lager del 29.1. '45.
Manca del timbro di arrivo.
Recto: Ala signora Agostinetto Teresa, Col. Sa. Marttino, via Posmon, Crede. Pro. di Treviso,
Italia.
Verso: M. Agostinetto Primo n°. 50015, stalag VIII A.

13.1.45

Carisima mia Teresa, vengo a te e a tutti di famiglia con questa mia cartolina per farti sapere della mia buona salute fino aora presente, e cosi vorei spera sempre dite e i miei cari bambini e tutti di famiglia.
Cara Teresa di faro sapere che laltra settimana o ricevuto il pacho che tu miai spedito a Valdobbiadene senza modolo, con dentro cera riso, zuchero, lardo, sopresa, un paio di calzeti, tre tubeti di vitamine. O trovato tutto come cera scrito nela carta. Quando tu spedisi dei pachi, mi racomando del tabaco.
Saluti e baci a te e miei bambini e tutti di famiglia e sono tuo caro marito Eugenio, adio, ciao.


32) La lettera porta solo la data di redazione: 13marzo 1945. Essa non è più su carta intestata del lager e non reca nessun timbro postale.

Cara mia Teresa e genitori e fratelli, vengo con queste mie poche righe per farvi sapere della mia buona salute e fino aora presente e cosi vorei sperare dite e i miei cari bambini e tutti di famiglia.
Cara Teresa te diro che non sono piu sul campo di concentramento, dove ero prima. Sono avicinato alla Italia e mi ano trasportato su nantro campo e la sono stato Otto giorni e poi mi ano mandato pure a lavorare e sono su una famiglia di contadini a lavorare e fino aora mi trovo bene, specialmente col mangiare, perche mangio quatro volte al giorno e mangio al bisogno e il lavoro e groso e lavoro soltanto che sula stala, ma a trentatre bestie da guarnare e quindici vache da moldere ala matina e ora che finiso da quarnare viene le ore 11 e poi dopo che mi posto tutta la roba per dare da mangiare ale bestie alla sera e la mattina viene ora che comicio da quarnare alla sera e non mi avanza cinque minuti di riposo. . . di stare bene e di avere il mangiare al bisogno e dopo vignera anche quel bel giorno che si fenisera anche questa guera e di trovarse tutti di famigli sani distare bene e di cantare ghloria Dio e pace intera agli uomini di buona volonta.
Poi mi dispiace tantto perche sul campo dove che ero prima o lasciato la Gino Spadetto e Fontana; perche loso ci sono rimasti la, perche non i ano fato piu ora divenire via e forse adeso i sarano soto dei rusi e con me avevo Zilli Angelo, Cola Ghardaz e andato al lavoro anche lui su una famiglia di contadino, ma e lontano da me di 6 ghilometri. Forse si potremo a vedere, ma non lo so quando.
Ogi che erano festa sono stato furi sul paese e o trovato dei altri italiani e i erano su una osteria e apena che mi ano ofrito due bichieri di vino e sono rimasto contento della compagnia.
Che domenicha. Mi ano detto che ritorno la su quela osteria per pasarsi due o tre ore asieme di noi italiani. Poi mi dispiace dei pachi che tu mi ai spedito che forse non li ricevero piu, ma per questo pasienza, mi basta di stare bene dove che sono qui e fino ad ora sono contento di esere qui e per lavenire ti faro sapere melio che mi trovo.
Io spero che la mi vada sempre bene. E qui con me che lavoriamo asieme a uno ruso e una raghaza rusa. Ma luri lavorano fuori e io sono adetto lolo per la stala. E a dormire sono asieme con il ruso qui su una camera dai padroni con uno leto per ciascno e almeno si dorme bene. Cara Teresa e genitori, datevi sempre coragio e di non aver pensiero di me, che fino che o il Signore e la Madona e tutti i Santi e i miei Angeleti che mi aiutano, mi do sempre coragio anchio che sono lontano da tutti voi di famiglia.
Ma vegnira anche quel beatto belisimo giorno di essere fra meso a voi tutti di famiglia, in pace, tranquilo.
Cara Teresa, per il mio indirizo e quelo sul mitentte dela letera. Poi perdonarmi del mio male scrito, perche o scrito in premura, perche la padrona la andava in paese e alora me la inpostava. Altro non so cosa a dirti che salutarti e baciarti te e i miei cari bambini che tantto desidero di vederli che li guardo sempre in fotoghrafia.
Di nuovo ti saluto te e genitori e fratelli, caro marito Eugenio che sempre ti penso dite giorno e notte, che mi pare sempre di averti vecino, adio, ciao e sono tuo marito.


33) La lettera non porta data.

Carisima mia Teresa e genitori e fratelli, dopo un lungo tempo che non mando le mie notizie, vengo a voi tutti di famiglia con queste poche righe per farvi sapere della mia buona, otima salute fino aora presente e cosi vorei sperare anche di voi tutti di famiglia.
Cara Teresa, te diro che dopo venti misi di questa bruta, lungha vita prisonia, mi sono riuscito di ritornare ancora in Italia sano e salvo con la ghrazia di Dio e la Madona e tutti i Santi che mi ano aiutati e anche mio paesano Gino Spadetto che mi ano aiutato tantto quando io ero in fermeria e non credevo mai più di fare una lunga vita presonia in Germania.
Con li altri stati si gredeva di andare presoniero, ma con la Germania no.
Cara Teresa, mentre che io ti schrivo, mi trovo giu aul Brenero e spero fra giorni di esere fra le tue bracia con i miei cari bambini e tutti di famiglia che e tantto tempo che desidero di vederti te e i miei cari bambini e tutti di famiglia. Ma spero romai che sia vicino quel beato giorno di gioia, contenteza per me di esere a casa fra le tue bracia, come pure e una grande contentesa anche per te di esere fra le mie bracia.
Poi quel giorno quando che io arivo, se trovo tutto bene che non sia malore per me e un belisimo giorno, piu bello di quando che siamo sposati e credo che sia anche dite e tutti di famiglia. E quando io sero in piazia di Col. Sa. Marttino ti mandero a dire che tu venga in contrarme con i miei cari bambini.
E se tutto vano bene canteremo ghloria, ghloria Dio e pace in tera ai uomini di buona volonta. Altro non mi alungo che salutarti tanto di vero cuore te e i miei cari bam. e tutti di famiglia e sono il tuo caro marito Eugenio che tanto ti ama, che paso notte che non son buon di dormire per aspetare quel beato giorno di venire.
Adio ciao, a vederti presto.


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