Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°9 - 1996 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane

Rassegna Bibliografica

Aldo Toffoli
Un protagonista del nostro Ottocento: Jacopo Bernardi. A cura di Gregorio Piaia, Hefti Edizioni, Milano, 1997.

In occasione del primo centenario della morte dell'abate Jacopo Bernardi (Follina, 1813 - ivi, 1897), un agile libretto, pubblicato a margine del Convegno organizzato a Follina per l'occasione (breve, ma significativa e utile) ci propone alcuni aspetti della personalità e dell'opera del grande poligrafo follinese. Ricco di interessi culturali (innumerevoli, comunque vicini al migliaio, i suoi scritti - articoli, saggi, discorsi, poesie - pubblicati per lo più in opuscoli); appassionato raccoglitore e conservatore (ahimè, non sempre ordinato) di documenti e manoscritti, soprattutto di scrittori di questa nostra terra; assiduo promotore di iniziative sociali ed educative, soprattutto a favore degli emarginati, dei diseredati, dei poveri e in particolare, tra questi, dei bambini; testimone attento e non inerte di eventi che segnarono la storia del Paese (il Risorgimento e l'unità d'Italia) e quella della Chiesa (il Concilio Vaticano I), ai quali partecipò con contributi non secondari di pensiero e di azione: tutto questo fu Jacopo Bernardi. E la straordinaria varietà della sua produzione, connessa con la natura occasionale di gran parte di essa, ha indotto in qui troppo spesso a concludere il discorso su di lui entro i confini generici, e tutto sommato modesti, della definizione che anche in questa sede si è usata: un poligrafo, geniale, ma grande, più che altro, per ragioni di quantità.
Per tentar di uscire dall'angustia di questo giudizio - implicito, ma trasparente, e ingiusto - nella obiettiva difficoltà di un lavoro che ricerchi a tutto tondo la prismatica personalità umana e culturale dell'abate follinese, non c'era altra via che quella di mettere a fuoco alcune facce del prisma, a partire dalle più significative.
In questo senso va intesa la concezione del libretto di cui stiamo trattando, che comprende quattro efficaci e penetranti interventi e, in appendice, una breve scelta di scritti del Bemardi, significativi, anche se questi sconosciuti (e uno, i Cenni storici su Valmareno e Follina, arricchito di una appendice me-dita).
I saggi sono, nell'ordine, di Aldo Buogo: Jacopo Bernardi, patriota e uomo di religione; Gregorio Piaia: Cattolicesimo liberale efilosofla di Jacopo
Bernardi: Giovanni Chies: L'abate Jacopo Bernardi pedagogista epromotore dell'educazione infantile; Mirella Chiaranda: Spunti di r~fiessione storico
- pedagogica su Jacopo Bernardi.
Si tratta di quattro eccellenti contributi alla conoscenza della figura e dell'opera del Follinese: svolti su un aspetto già conosciuto (forse il più noto, anche se non del tutto investigato), quello del pedagogista, promotore della diffusione in Italia delle strutture per l'accoglienza e l'educazione dei bambini, i saggi di Chies e Chiaranda; mentre quelli di Piaia e Buogo indirizzano il discorso su aspetti non ancora pienamente esplorati, e ricchi di sorprendenti suggestioni, dell'opera e della stessa testimonianza del Bemardi: quello della sua presenza nel pensiero filosofico del suo tempo (Piaia); e quello della sua partecipazione - in termini di pensiero, ma anche di azione diretta - al vivacissimo dibattito dei suoi tempi, sia in tema di rapporti tra chiesa e stato (temporalismo - antitemporalismo, conciliatorismo), sia in tema di assetto disciplinare e teologico all'interno della Chiesa (dogma dell'infallibilità pontificia) (Buogo). Un discorso documentato e convincente, quello di Buogo, che ci fa scoprire un Bernardi particolarmente vivace e reattivo, portatore di un ruolo non marginale in un momento complesso e difficile della vita nazionale e della stessa storia della Chiesa.

Aldo Toffoli


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