Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°1- 1979 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane

VINCENZO RUZZA
LA FERROVIA CONEGLIANO - VITTORIO VENETO (1879-1979)

Cronaca dell'epoca tratta dagli atti dell'Archivio comunale e da pubblicazioni a stampa. Conclusasi la seconda guerra d'Indipendenza con la perdita della Lombardia, il governo imperiale asburgico si convince che nel volger di pochi anni anche il suo dominio sul Veneto sarebbe divenuto insostenibile e che un'ulteriore guerra contro l'Italia è da ritenersi pertanto inevitabile. Da tale convinzione scaturisce la politica posta in essere, di frenare da un lato ogni nuova espansione della rete ferroviaria nel Veneto - ritenendola ormai un investimento inutile - e dall'altro di accelerare i lavori per completare le poche linee principali, ritenute essenziali alle future necessità belliche. E poiché la sua strategia militare in Italia s'impernia ancora sulla validità della difesa naturale costituita dal Po e sul potere difensivo-offensivo rappresentato dalla fortezza del "Quadrilatero" (Verona, Peschiera, Mantova e Legnago) costruita a sbarrare il passaggio tra il Po e il lago di Garda, vengono accelerati i lavori di completamento sulle linee ferroviarie: Trento-Verona-Mantova, Udine-Conegliano-Treviso-Venezia, Padova-Rovigo-Ferrara ad integrazione della Venezia-Padova-Verona da tempo ultimata, mentre ogni altra istanza per la costruzione di nuove linee è ritardata o rinviata. E non è da pensare che le richieste manchino da parte delle città venete, grandi e piccole, tutte desiderose di allacciarsi al nuovo sistema di comunicazioni. Tra queste, Ceneda e Serravalle - in ciò sostenute da Conegliano -


VINCENZO RUZZA, studioso di storia locale è autore di varie pubblicazioni sull'argomento fra cui più nota è la "Guida della Città di Vittorio Veneto" che raccoglie una notevole messe di dati sull'arte, la storia e la cultura della zona.



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premono per la creazione di una nuova linea che da Conegliano, per Ceneda e Serravalle, arrivi da un lato a Belluno e dall'altro al Cadore. Non meno si agitano Belluno e Feltre propugnando invece una nuova linea che da Treviso risalga la valle del Piave fino a Belluno: a tal fine la Congregazione Provinciale di Belluno affida all'ing. GioBattista Locatelli l'incarico di approntare uno studio preliminare dell'auspicata ferrovia. Anche la Congregazione Provinciale di Treviso (siamo nel luglio 1865) avanza pubblicamente la richiesta di costruzione di una ferrovia da Venezia per il Cadore e il Tirolo, verso il lago di Costanza, ma non affronta nè risolve l'alternativa se il tronco ferroviario debba risalire lungo il Piave (via di Feltre) o la classica Strada di Alemagna (via del Fadalto). Raccolgono prontamente l'invito le Municipalità di Serravalle e Ceneda le quali, rispettivamente in data 2 o 3 agosto con azione concertata, decidono di far subito approntare un preventivo di massima circa la spesa occorrente per la costruzione del tronco Conegliano-Belluno per confrontarlo con la spesa prevista per la costruzione della Treviso-Feltre-Belluno. Deliberano di accollarsi la spesa relativa al progetto, dichiarandosi disposte fin d'ora a contribuire negli oneri di costruzione del tronco ferroviario, chiedendo allo scopo la compartecipazione anche agli altri Comuni del Distretto. Questi ultimi accettano la richiesta promettendo il loro contributo in misura varia con la sola eccezione di Cordignano che si dichiara "dissenziente". Nel successivo mese di settembre le due congregazioni Municipali danno formale incarico all'ing. Carlo Grubissich di predisporre il progetto preliminare. Contemporaneamente l'ing. Locatelli pubblica a Belluno i suoi elaborati che vengono corredati da una "Relazione di Studio" e "Relazione Statistico-economica" redatte a cura della Congazione Provinciale e dalla Camera di Commercio di Belluno. Nell'estate del 1866 anche l'ing. Grubissich presenta lo Studio preliminare del progetto relativo alla linea per il passo di Fadalto e le due Congregazioni Municipali di Ceneda e Serravalle inoltrano istanza al Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio di Vienna per l'esame degli studi fatti al fine di ottenere la sua approvazione. Nel frattempo ha avuto luogo la terza Guerra d'Indipendenza. L'entusiasmo patriottico è enorme e le due cittadine di Ceneda e Serravalle - che da tempo si trovano concordi nell'affrontare i comuni problemi - affrettano i tempi e decidono, alla fine della guerra, la loro fusione definitiva. La gioia sollevata dalla riunione del Veneto alla madrepatria e i vari problemi connessi alla fusione delle due cittadine fanno dimenticare per qualche tempo la questione ferroviaria.

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La "liberazione" del Veneto trova la nostra regione all'ultimo posto tra le consorelle italiane in materia di linee ferroviarie, ove si rapporti la loro lunghezza alla popolazione, alla superficie territoriale e al reddito fondiario. Nel Veneto esistono infatti nel 1866 solo le linee elencate in precedenza. La loro insufficienza è evidente e così fin dal 1867 si agita un vasto movimento di opinione pubblica inteso a studiare il problema e a promuovere la costruzione di nuove linee ferroviarie. Quasi tutti i centri minori avanzano proprie richieste appoggiandosi ad alcune Società che operano o intendono inserirsi nel settore, disposte a costruire od esercire tronchi ferroviari "in concessione". Vittorio, appena sorta, aspira ad essere allacciata alla rete ferroviaria del Regno mediante la costruzione di un breve tronco fino a Conegliano, ma in un quadro generale di più ampio respiro e cioè la costruzione di una linea ferroviaria di grande importanza che prosegua per il Cadore per terminare in Val Pusteria, a Toblach, dove ormai arriva la rete ferroviaria austriaca. Tale linea verrebbe a costituire una valida alternativa alla ferrovia dell'Adige, permettendo l'allacciamento di Venezia e di Trieste al Tirolo e alla Baviera con un percorso più breve. La costruzione di tale linea resterà l'obiettivo per cui si batteranno strenuamente Amministrazioni di Conegliano, di Vittorio e del Cadore negli anni successivi. L'iniziativa verrà appoggiata anche a Venezia e dal Friuli, mentre Treviso non assumerà una posizione ben precisa. Nell'anno successivo si discute molto sul tipo di soluzione da adottare e cioè se valga la pena di realizzare una grande via di traffico ovvero se sia sufficiente un tronco di tipo economico, magari anche a scartamento ridotto. Ma soprattutto si accentua la polemica sul tracciato da scegliere e cioè soluzione via Feltre e via Fadalto. La prima trova accanito sostegno da parte di Feltre (che teme l'isolamento) ed anche di Belluno, che non gradisce di esser servito da una diramazione della grande progettata linea Venezia-Conegliano-Cadore. Feltre arriva a minacciare la separazione dalla pronvincia di Belluno! La seconda, come già detto, è appoggiata, oltre che da Conegliano e Vittorio, particolarmente dal Cadore che vede più breve, logica ed economica la linea del Fadalto, l'unica che servirebbe e collegarlo con le sue naturali fonti di approvvigionamento di derrate alimentari (per secoli ha attinto a Serravalle i prodotti di Conegliano, Oderzo, S. Donà, Portogruaro) e che accorcerebbe di molto il percorso verso Venezia ed ancor più verso il Friuli e Trieste. Per Treviso le due soluzioni sembrano esser indifferenti anche se a volte sembra preferire la linea per Vittorio. L'Amministrazione Provinciale è divisa, more solito, essendo in contrasto gli interessi della "destra Piave" con quelli della "sinistra Piave".

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Sempre in relazione all'incarico avuto nell'aprile 1869, l'ing. Grubissich invia al Sindaco di Vittorio due relazioni. Nella prima esamina lo stato dell'evoluzione tecnica dei mezzi di locomozione a vapore atti in particolare alla trazione di carrozze su strada originaria, concludendo negativamente circa la possibilità di risolvere con convogli stradali il problema del collegamento con Ponte nelle Alpi. La seconda consiste in uno studio sommario, corredato di preventivo di spesa, sulla costruzione di una vera e propria ferrovia "da Conegliano per Fadalto al Piave". Altre possibilità alternative più economiche (ferrovie a scartamento ridotto, tramvie a vapore) vengono si studiate, ma non vengono prese in considerazione dall'Amministrazione Comunale, perché la loro adozione comporterebbe rinuncia alla soluzione globale-ottimale, pregiudicherebbe cioè la costruzione della ferrovia intemazionale Conegliano-Cadore-Dobbiaco.

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Il primo maggio intanto l'ing. Grubissich presenta al Sindaco una relazione sulle pratiche svolte e sui colloqui avuti a Firenze con i funzionari del Ministero. Nel prenderne atto il 29 maggio il Consiglio Comunale, in attesa di ottenere la "concessione" e per forzare i tempi, decide di presentare formale richiesta per la costruzione di un primo tronco da Conegliano a Vittorio. Il 19 settembre, poi, il Sindaco fa ampia relazione sulle condizioni economiche del Comune, non certo brillanti. Ciò nonostante il Consiglio decide di assumere fin d'ora l'impegno a contribuire nelle spese per la costruzione della strada ferrata. Poche settimane dopo, il 28 novembre, nomina una speciale Commissione cui affida l'incarico di occuparsi fattivamente ed alacremente per la realizzazione della ferrovia. Composta dai cittadini Giulio Gentili, Domenico Lucheschi, Andrea Mozzi e Antonio Pontini, tale Commissione prende subito contatti con l'on. Comm. Berti e con il comm. Paolo Amilhan, presidente della Società Ferrovie Alta Italia, ma con esiti deludenti. A seguito di ciò rafforza i rapporti con la "Società Veneta per la costruzione ed esercizio di Ferrovie secondarie" con sede in Padova, che appare veramente interessata all'iniziativa e in grado sia sul piano tecnico che finanziario di costruire ed esercire la nuova linea. Di quanto sopra la Commissione fa esauriente relazione al Consiglio comunale nel maggio 1870: ormai la maggior remora alla conclusione sembra consistere nel fatto che il Parlamento deve approvare lo schema-tipo di convenzione che dovrà esser unico per tutte le concessioni ferroviarie. Invece l'iniziativa subisce una battuta d'arresto. Oltre alla questione della "Convenzione" vi concorre un altro fatto di carattere internazionale. E' scoppiata la guerra fra la Francia e la Prussia e l'Italia si appresta ad avvalersi della congiuntura favorevole per occupare il Lazio e trasferire la Capitale a Roma. Successivamente scoppia una grave crisi in seno all'Amministrazione Comunale, crisi che si protrae per vari mesi, e che porta allo scioglimento del Consiglio e alla nomina (14 ottobre 1871) di un Commissario Governativo nella persona dell'avv. Casimiro Varese. Nel gennaio 1872 si svolgono le elezioni comunali, ma la situazione non viene risolta a causa dei gravi dissensi tra Ceneda e Serravalle. Il Consiglio neoeletto non entra in carica e il 10 marzo viene nuovamente sciolto. Proprio in quei giorni (18 marzo) a Venezia si riuniscono i rappresentanti delle Camere di Commercio del Veneto e delle provincie con esso confinanti per studiare e concordare un piano organico delle future costruzioni ferroviarie da realizzare nella regione. La crisi dell'Amministrazione Comunale vittoriese indebolisce

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l'azione dei propugnatori della linea per il Fadalto, ciò mentre i fautori della linea per Feltre danno vita ad una vivace campagna di stampa. Per loro iniziativa esce anche una monografia dell'ing. Luigi Tatti, che rinfocola ulteriormente le polemiche. Le nuove elezioni che si svolgono in giugno portano finalmente alla elezione della Giunta e dell'Assessore Anziano Antonio Pontin. Entrato in carica il 2 luglio, rinuncia poco dopo alla carica e gli succede il dott. Giuseppe Todesco, che viene successivamente nominato sindaco. Si cerca ora di ricuperare il tempo perduto e il 30 settembre, a coronamento dell'azione svolta dalla speciale Commissione (più volte imaneggiata ed ora composta da Ottavio Croze, Davide Gentili, Francesco De Poli e Andrea Zandonella) si arriva alla stipula di una Convenzione con la predetta Società Veneta, la quale viene delegata ad avanzare la richiesta per la Concessione mentre il Comune si impegna a versare la somma di lire 500.000, a fondo perduto e ratealmente, quale contributo per la realizzazione del primo tronco ferroviario Conegliano-Vittorio. Detto impegno non manca di suscitare in loco vivaci polemiche in quanto da molti la spesa viene giudicata eccessiva. Ma il primo passo compiuto non fa dimenticare l'idea della linea nella sua interezza e per sottolineare tale obiettivo viene stampato il "Pro-Memoria sulle ferrovie delle Alpi e del Cadore" dell'ing. Carlo Grubissich, promemoria che il Sindaco dirama con lettera a stampa ai Comuni ed Enti sostenitori, ai Deputati e Senatori della zona e al Ministero competente. Come già anticipato, la tesi del nostro Comune trova consensi e sostenitori appassionati in tutto il Cadore, favorevole senza riserve alla soluzione via Fadalto. Anche il Cadore ha promosso la costituzione di una Commissione che agisce parallelamente a quella vittoriese, agita e sostiene l'iniziativa e partecipa anche alle riunioni del 5 marzo e 10 aprile 1873 che si svolgono presso il Municipio di Vittorio. Ancora una volta il fervore delle iniziative subisce un rallentamento. Tra le cause va annoverato il grave terremoto del 29 giugno 1873 che colpisce tutta la zona. I danni sono gravissimi a Belluno, molto gravi a Ceneda e meno gravi a Serravalle. La vita economica della zona subisce un contraccolpo non indifferente e sono necessari molti mesi per il ritomo alla normalità alla relativa prosperità degli anni precedenti. Perché al di là delle beghe campanilistiche non sopite tra Ceneda e Serravalle, il quadro economico cittadino in questo periodo è abbastanza confortante. Basti pensare quanto scrive Antonio Caccianiga in "Ricordo della Provincia di Treviso" (vedi a pagina 205 e segg. e 222). Comunque negli anni 1874-76 la polemica ferroviaria si fa meno accesa, mentre le speranze di immediata realizzazione sembrano attenuarsi.

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Non mancano gli interventi, le pressioni, gli stimoli presso le autorità governative per arrivare ad una conclusione. Ma l'entusiasmo sembra minore. Nel frattempo al Sindaco dott. Todesco è subentrato il dr. Andrea Zandonella e, successivamente, il cav. Francesco Rossi. E arriviamo così al 1877, anno in cui, con la sensazione che l'epilogo è vicino, si ravvivano le discussioni e le polemiche. Infatti il 3 dicembre arriva la notizia, trasmessa dall'ing. Gabelli, che il Ministero ha accordato alla Società Veneta la "Concessione" a costruire il tratto Conegliano-Vittorio. La concessione peraltro non fa alcun cenno alla linea ferroviaria per il Cadore e risulta fine a se stessa. Tuttavia a Vittorio la si considera una vittoria e tutta la città accoglie la notizia con entusiasmo. Il Comitato promotore indice subito una riunione conviviale presso l'Albergo Cavallino per brindare ai successi conseguiti e festeggiare l'ing. Federico Gabelli. Una pubblicazione stampata ad eternare il memorabile incontro del 9 dicembre ci tramanda il brindisi fatto dal Sindaco Francesco Rossi ma anche i componimenti poetici declamati per l'occasione dai poeti locali e cioè Benedetto Zenner serravallese e Cesare Ugo Posocco cenedese. Chiude il tutto il sunto del discorso di risposta e ringraziamento del festeggiato. La costruzione della ferrovia viene iniziata nei primi mesi del 1878 e i lavori proseguono con grande alacrità. Nonostante la variante apportata al progetto iniziale, intesa ad eliminare l'attraversamento a raso dell'abitato di Ceneda, in un anno tali lavori vengono portati a compimento. La collaborazione è generale. Valga un esempio tra i tanti. La "Società Cenedese del Buon Volere" interviene presso il Conte Adriano Althan al fine di ottenere la demolizione di un tratto di muro del suo brolo, adiacente al cavalcavia di via Cinciniga (ora Lioni) allo scopo di "rendere più piacevole alla vista dei transeunti il passaggio della locomotiva". Il sospirato giorno dell'inaugurazione viene fissato per martedì 15 aprile 1879. Lo annuncia la Giunta mediante un manifesto in data 11 aprile che viene firmato dal Sindaco Francesco Rossi e dagli Assessori Francesco De Poli, Nicolò Vascellari e Giuseppe Spagnol. Quale esempio dell'entusiasmo collettivo ricordiamo che l'addetto all'Ufficio Telegrafico, nell'imminenza dell'inaugurazione, propone al Sindaco di protarre volontariamente e senza compenso l'orario di apertura dell'Ufficio "per comodo delle autorità e dei forestieri". Il manifesto prevede: ore 10 - Benedizione della locomotiva da parte del Vescovo mons. Corradino Cavriani e partenza del convoglio con le autorità locali alla volta di Conegliano. Qui incontro con le autorità provinciali e di Conegliano, inaugurazione e discorsi, e alle 12,40 ritomo a Vittorio, ove, alle 14, nei locali del nuovo fabbricato comunale,

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il Comune e la Società Veneta offrono una refezione. La città è tutta imbandierata mentre la Banda Civica allieta e ravviva la festa. Alla sera, infine, spettacolo di gala al Teatro Sociale. Così Vittorio è finalmente allacciata alla rete ferroviaria del Regno d'Italia. A questo punto converrà forse conoscere cosa avvenne "dopo". La realizzazione del tronco Conegliano-Vittorio che doveva costituire un primo stralcio della grande linea ferroviaria per il Cadore e Dobbiaco e creare - negli intendimenti dei propugnatori - un'ipoteca a favore della soluzione per la via di Fadalto, sorti in effetti esito contrario alle aspettative. In pratica il Ministero ritenne di aver almeno in parte soddisfatte le richieste di Vittorio e di Conegliano e decise l'avvio della costruzione della Linea Treviso- Feltre -Belluno per accontentare cosi anche la controparte. Pertanto la nostra linea rimase un tronco morto, fine a se stesso, lungo il quale intraprese il suo via-vai, che durerà un sessantennio, la cosidetta "Notola": così infatti venne subito battezzata la locomotiva da parte dei vittoriesi che, sbollito l'entusiasmo dei primi giorni, si accorsero che lo sbuffante mostro d'acciaio non era altro che un mostriciattolo affumicato e affumicante già superato dai tempi. Per chi ignora quanto avvenne poi, ricordiamo che il tronco ferroviario Treviso-Cornuda venne aperto al traffico il 1° aprile 1884 e quello Cornuda-Belluno il 10 novembre 1886. Più lunga invece fu l'attesa del Cadore, che si vide collegato alla rete ferroviaria solo alla vigilia della prima guerra mondiale, mentre del proseguimento della linea oltre Calalzo non se ne fece più niente. Anzi, qualcosa fu fatto, e cioè la linea a scartamento ridotto per Cortina. Infine il proseguimento della linea da Vittorio fino a Ponte nelle Alpi fu realizzato molto lentamente, ed inaugurato nell'autunno del 1938. Solo due parole di commento. L'avvenimento rievocato, che cento anni fa commosse tutta la cittadinanza e fu salutato con l'entusiastica certezza di un grande progresso e sviluppo per il vittoriese, diede in effetti un notevole beneficio e servì di stimolo ai commercianti e alle industrie locali. Il collegamento alla rete ferroviaria d'Italia abbreviava i tempi di viaggio alle persone e alle merci. Nè si dimentichi che quest'ultime viaggiavano allora quasi totalmente per ferrovia. Rappresentava inoltre un vantaggio notevole per il turismo nascente, favoriva il sorgere in loco di ville e case, residenze di facoltose famiglie veneziane e di altre città. Rappresentava anche una questione risolta di prestigio civico. Vittorio continuò per qualche decennio ad essere il mercato di

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scambio tra il Cadore e la pianura in quanto la linea Belluno-Feltre-Treviso, lunga e tortuosa, non distolse il Cadore dalle sue secolari zone di approvvigionamenti di derrate agricole, rappresentate dalle campagne di Conegliano, Oderzo, Motta, S. Donà e Portogruaro. La funzione di mercato di scambio tra la pianura ed il Cadore incominciò a diminuire solo dopo la prima guerra mondiale allorché, giunta la ferrovia a Calalzo, i traffici cominciarono a deviare verso la zona di Montebelluna, Treviso e Padova. Subì un'ulteriore incrinatura con il progredire della motorizzazione su strada ed il tracollo finale con l'apertura del tronco ferroviario Vittorio Veneto-Ponte nelle Alpi. Quest'ultimo fatto determinò un rapido spostamento del mercato, inteso come punto di scambio, da Vittorio Veneto a Conegliano, divenuto il capolinea delle comunicazioni ferroviarie, per esser più prossimo alle località di produzione. Infatti al progressivo declino del mercato di Serravalle ha fatto riscontro un progressivo incremento di quello di Conegliano. Il fiorente mercato di bestiame e di granaglie a poco a poco declinò dapprima a Ceneda e poi a Serravalle e nell'ultima dopoguerra praticamente disparve. L'antico Foro Boario, cessata la sua funzione millenaria, si trasformò in un raccordo stradale, che vede svolgersi un traffico sempre più intenso di pesanti automezzi che transitano senza fermarsi e senza portarvi più quella ricchezza che per secoli fece di Serravalle una delle più brillanti città del Veneto.

Vincenzo Ruzza

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BIBLIOGRAFIA

# Relazione sullo studio preliminare della Strada Ferrata Alpina da Venezia alle Valli Bellunesi e Tirolesi per la direzione del Lago di Costanza, esposta dall'ingegnere Civile Giovanni Battista Locatelli a soddisfazione dell'inclita Congregazione Provinciale di Belluno. (Belluno) - Tip. Antonio Tissi - (1865) - pp. 28 + 11, in 4°
# Relazione Statistico economica sulle spese di esercizio e sugli introiti derivabili da una ferrovia che partendo da Treviso facesse capo a Belluno, basata sull'importazione ed esportazione di generi, effetti e materiali e sul movimento dei passeggeri secondo i bisogni ed interessi attuali della Provincia. (Relazione anonima con allegati una Statistica, un Progetto dei passeggeri, un preventivo di Spese e due lettere) s.n.t. (1866)
# Studi sulle proposte ferrovie venete applicati al progetto d'una strada ferrata da Conegliano per Fadalto al Piave. Venezia - Tip. del Commercio - agosto 1866 - pp. 27, in 4° (lo studio 6 dell'ing. Carlo Grubissich, datato 24 luglio 1866)
# CUMANO JACOPO - Osservazioni sopra la possibilità economica d'una ferrovia da Treviso a Belluno per la Vallata del Piave. Firenze - Tipogr. dell'Associazione, 1866
# Ferrovia complementare da Treviso a Belluno - Domanda di concessione. Firenze - Tipogr. dell'Associazione, 1866
# La Ferrovia e il Bosco del Cansiglio - Articolo di A.P.C. (Antonio Pagani - Cesa) in "La Provincia di Belluno" - A. 1°-1868 - n. 40 del 17 agosto.
# Strada ferrata da Treviso alla provincia di Belluno per Feltre - Relazione del Comitato Bellunese per gli studi tecnico - economici. Belluno - Deliberali -1868
# TATTI LUIGI - Progetto per una ferrovia da Treviso a Belluno. Belluno - Deliberali -1868.
# Ferrovia Treviso-Belluno - Lettera (17 novembre 1870) di Pellatis (Giacinto-Deputato al Parlamento) in "Gazzetta di Treviso " e in "La Provincia di Belluno" - A. III. 1870 n. 139 del 22 novembre
# Relazione sulle condizioni del Comune di Vittorio letta dal Sindaco cav. Francesco Rossi al Consiglio Comunale nella seduta 19 novembre 1869. Vittorio - Tip. Naz. di Gaetano Longo -1870 - pp. 38.
# La congiunzione di Belluno alla rete ferroviaria. Belluno - Deliberali -1871.
# Sulla classificazione e completamento delle Ferrovie del Regno - Processo verbale della convocazione delle Camere di Commercio del Veneto, di Mantova, Ferrara, Ravenna, avvenuta il 18 marzo 1872 presso la Camera di Commercio di Venezia. Venezia - Tipografìa della. "Gazzetta" 1872 - pp. 60, in 8°
# Relazione del Delegato Straordinario all'Amministrazione del Comune di Vittorio (avv. Casimiro Varese). Letta al Consiglio Comunale in seduta del 25 giugno 1872 e pubblicata a richiesta del Consiglio stesso. Vittorio - Tipografia Nazionale di Gaetano Longo -1872 - pp. 33, in 12°
# Là strada ferrata da Conegliano a Vittorio - Dialogo di due operai Vittoriesi. Rovigo - Reale Stabil. Tip. del cav. Minelli -1872 - pp. 25, in 12°
# Qualche altra cosa sulla ferrovia da Treviso a Belluno per Feltre (di Antonio Pagani - Cesa). Belluno -1872 - Tip. Cavassago - pp. 14, in 8° Nota sulle ferrovie complementari del Veneto ai confini austriaci dell'ingegnere Luigi Tatti. Con tavola. Estratto dalla "Gazzetta di Venezia" m. 243, 246 e 247 del 1872) Padova - R. Stab. di Pietro Prosperini -1872 - pp. 14, in 4°
# Cadorini! In mezzo all'attuale agitarsi ..... (Lettera firmata "Un Cadorino" datata Venezia, 15 dicembre 1872). Padova - Premiata Tip. alla Minerva 1872 - foglio

# Promemoria sulle ferrovie delle Alpi del Cadore (dell'ing. Carlo Grubissich, datato Padova, 28 dicembre 1872). Padova - Premiata Tip. della Minerva - 1873 - pp. 7, in 4°, con allegata Carta Ferrovia del Veneto, stampata a Treviso - Tipografia Gaetano Longo -1872.
# Lettera a stampa del Sindaco FF. di Vittorio dottor G. Todesco in data 21 dicembre 1872, diretta ai Sindaci della zona. S.n.t. (gennaio 1873)
# OSVALDO PALATINI - Relazione e statistica dimostrante in via sommaria l'economia delle spese sull'importazione ed esportazione dei generi, ed altre utilità che deriverebbero ai Comuni dei Distretti di Pieve, Auromo e Longarone da una ferrovia che da Vittorio pel Cadore andasse ad allacciarsi con quella di Toblach nel Tirolo. Belluno - Deliberali -1873 - foglio
# Lettera a stampa dell'ing. Osvaldo Palatini ai Sindaci del Cadore in cui dà relazione della riunione 15 febbraio 1873 avvenuta a Pieve di Cadore. Belluno - Tip. Deliberali -1873 - foglio.
# Circolare ai Comuni del Comitato Provvisorio costituitesi nel Collegio di Pieve di Cadore per promuovere la costruzione di una linea ferroviaria da Vittorio, in congiunzione con la rete ferroviaria Germanica del limitrofo Tirolo: con allegati i verbali 5 marzo e 10 aprile delle assemblee tenute nell'Ufficio Municipale di Vittorio. Cadore o Tip. Beregan - 1873 - pp. 7, in fol.
# Sulla opportunità di costruire la strada ferrata Bellunese lungo la linea del Piave piuttosto che nel passo di S. Leopoldo. Articolo in "La Provincia di Belluno" - A. IX -1876 - n. 121 del 21 agosto.
# Relazione summario sul progetto della ferrovia Conegliano-Belluno, con raffronto a quella da Treviso a Feltre. Padova - R. Stabil. di P. Prospermi - 1876 - pp. 20, in 4°. (Fu letta dall'ing. Federico Gabelli nell'adunanza di rappresentanti dei Comuni svoltasi in Conegliano il 25 novembre 1876).
# Intorno alla Ferrovia Conegliano-Belluno. Lettera dell'ing. Federico Gabelli in "Gazzetta di Venezia" - A. 1877 - n. 10 dell' 11 gennaio.
# Intorno alla Ferrovia Treviso Belluno e Conegliano-Belluno. Memoria dell'ing. Luigi Tatti in "Gazzetta di Venezia" - A. -1877 - n. 17 del 18 gennaio.
# Intorno alla Ferrovia Belluno-Treviso e Belluno Conegliano. Lettera dell'ing. Luigi Tatti al sig. Angelo Giacomelli di Treviso, in "Gazzetta di Venezia" -A. -1877 - n. 10 del 20 gennaio Intorno alla Ferrovia Belluno-Treviso e Belluno-Conegliano. Lettera dell'ingegnere Gabelli in "Gazzetta di Venezia" A. -1877 - n. 28 del 29 gennaio.
# Sulla polemica ferroviaria Gabelli-Tatti pel tronco di congiunzione fra Treviso e Belluno. (Articolo firmato "R") in "Gazzetta di Venezia" - A. 1877 - n. 35 del 5 febbraio.
# La Ferrovia per Belluno - Lettera fatta dal comm. Giorgio Pozzolini all'ateneo di Treviso nella tornata del 29 aprile 1877. (Estratto da "Bollettino dell'Ateneo di Treviso ") Treviso - Zoppelli -1877 - pp. 11, in 8°
# Ricordo della festa data al Gabelli il giorno 9 dicembre 1877 in Vittorio. (Per l'ottenuta concessione della linea Conegliano-Vittorio).
Vittorio o Tip. Gaetano Longo - 1877 - pp. 10 in 12°. (Contiene il rendiconto della festa svoltasi all'Albergo Cavallino: Brindisi del Sindaco Cav. Francesco Rossi: componimenti poetici di Benedetto Zenner e prof. Cesare Ugo Posocco ; risposta del Gabelli).
# FEDERICO GABELLI - La congiunzione di Belluno alla rete ferroviaria. (Allegata una carta geografica). Padova - Tip. Ed. F. Sacchetto -1878 - pp. 27, in 4°
# Lettera a stampa datata Udine, 4 giugno 1878, del Presidente A. Volpe con cui sostiene l'utilità per il Friuli della linea per il Fadalto. S.n. t.
# RICCARDO VOLPE - La congiunzione di Belluno alla rete ferroviaria. Belluno -1978 - Tip. Deliberali - pp. 36, in 8°
# Alla Società Operaia Tiziano Vecellio di Pieve e a tutte le altre del Cadore. Belluno - Tip. Guernieri - 1878 - foglio (La Soc. Operaia di Belluno risponde ad una serie di articoli apparsi nel periodico "Voce del Cadore ")
# ANTONIO CACCIANIGA - La nuova ferrovia Conegliano- Vittorio. In "Illustrazione Italiana" - A. VI -1879 - n. 16, aprile. Onorevole Signore, il Progetto Ministeriale nelle costruzioni ferroviarie ...(Lettera Circolare della Giunta municipale di Conegliano in appoggio alla soluzione per Fadalto). Conegliano - Tip. Cagnani - 1879 - pp. 3, in 4°
# Ai rappresentanti della Nazione di Roma - Forse non si aumenteranno le difficoltà nella complessa questione ferroviaria ... (Lettera aperta dei Presidenti delle Società Operaie del Cadore) Tai di Cadore - Tip. Comunale -1879 - pp. 2, in 4"
# Sulla discussione del progetto di legge per la costruzione di nuove linee di cmpletamento della rete ferroviaria del Regno. a) Discorso del Deputato Gabelli pronunciato alla Camera dei Deputati nelle tornate del 5 e 6 giugno 1879 Roma - Tip. Eredi Botta -1879 - pp. 26, in 8° b) Discorso del Deputato Rizzardi, pronunziato alla Camera dei Deputati nella seconda tornata del 6 giugno 1879 Roma - Tip. Eredi Botta - 1879 - pp. 16, in 8°
# E(ugenio) LARESE - II Cadore e la ferrovia. Pordenone - Coi tipi di Antonio Gatti - agosto 1881 - pp. 29, in 8°
# Ferrovia Vittorio-Perarolo Verbale della seduta 26 giugno 1881 di varie rappresentanze comunali in Pieve di Cadore.
# Comitato Promotore della Ferrovia Vittorio-Ponte nelle Alpi Lettera a S.E. il Ministro dei Lavori Pubblici, datata Venezia 30 aprile 1911, del Presidente e Sindaco di Venezia Filippo Grimani, pp. 8, in 4°s.n.t.
# Per la congiunzione ferroviaria Venezia-Cadore colla nuova linea Vittorio-Ponte nelle Alpi (a cura del Comitato Promotore). Treviso - Offic. Arti Grafiche Longo (1911), pp. 25 in 4° gr. con allegate due planimetrie.
# Conegliano al Duce per la Vittorio Veneto-Ponte nelle Alpi. Articolo in "II Gazzettino di Venezia" - A. 1938 dell'11 marzo.
# MINISTERO DEI LAVORI PUBBLICI - Direzione Generale delle nuove costruzioni ferroviarie. La Ferrovia Vittorio Veneto-Ponte nelle AIpi. (Estratto dagli "Annali dei Lavori Pubblici" a; 1938 - XVI, Fasc. 9). Roma-Stab. Tip. del Genio Civile ( 1938)-pp. 30 con ill.dei lavori e tre tav.f.t.

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