Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°9 - 1996 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane
La "Postumia - Ongaresca".

Se fin dalla costruzione dell'Annia la Postumia classica sembra perdere importanza, forse già durante il primo impero(117), ma sicuramente a partire dal III sec.d.C. (118) il traffico sulla via consolare veniva parzialmente attratto verso gli antichi percorsi relativamente più sicuri e protetti ai margini delle


117) BASSO P., cit. p.136.
118) SCARFI' B .M., 1985, p35: "Dalle iscrizioni onorarie di Torviscosa risulta che già nella prima metà del III secolo Massimino dovette riattare I 'Annia labe conruptam (guastata dalle frane). Longa incuria neglectam, influentibus palustrib(us) aquis eververatam, sic et commeantib(us) inviam (abbandonata per lunga incuria, flagellata dalle cresciute acque della palude, così da essere intransitabile per i viandanti)., "(vedi anche CESSI, 1957, p281), per cui il traffico era stato deviato in parte, fin da allora, sulla "Postumia" pedemontana.

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Prealpi, che forse non erano mai stati abbandonati. Ne abbiamo conferma, per l'area liventina, dai rinvenimenti monetali ai Camolli, a Nave e ai Masi presso Sacil&(119).
Consistenti ripostigli monetali del III o del IV secolo anche nelle "ville rustiche romane" presso il Ponte sull' Ungaresca (S .Vendemmiano), a Castel Roganzuolo (S.Fior) e al Prà della Stalla di Orsago, lungo la Postojma Ungarica tra Piave e Livenza(120).
Questi cospicui tesoretti occultati durante le lotte fra imperatori del III secolo, implicano che la Pedemontana era rientrata nella logica bellica, e che la via "submontana" era sicuramente percorsa dagli eserciti dell'una o dell'altra parte in lotta. Questa variante della Postumia, a partire dalla destra idrografica del Piave, disertava il rettifilo della via consolare, che con destinazione Oderzo puntava al passaggio del fiume nei pressi di Maserada, e convergeva invece verso Nord al guado o al traghetto presso Ponte della Priula, congiuntamente alla "Claudia" da Altino. Superato il Piave nella zona di Susegana (la Susonnia dell'Anonimo Cosmografo Ravennate?), dove avrebbe incrociato la tarda Opitergio Tridento, puntava decisamente ad Oriente.
Il tratto stradale tra Piave e Livenza, a monte delle risorgive, sulla direttrice rettilinea Bocca di Strada -S. Michele di Ramera - Ponte Ongaresca


119) MORET A., 1987, in Nummis Historia, UD: nei tesoretti complessivamente di centinaia tra denari e antoniniani argentei raccolti lungo la Pedemontana i pezzi più recenti sono di Filippo l'Arabo del 249 d.C.
Alla stessa epoca risale l'occultamento del tesoretto di 587 pezzi bronzei, da Augusto ai due Filippi, scoperto in contrada Caminada presso S.Polo di Piave, citato sopra, che sembra connesso col percorso ab Opitergio Tridentum. Pure al 249 si data l'occulamento monetale di Romano D'Ezzelino (GORINI, 1987, Aspetti monetali, in BUCHI, P. 262).
120) A Castel Roganzuolo (S.Fior) sono state raccolte recentemente dal Gruppo Archeologico del Cendese, sul sito del deposito votivo paleoveneto, poi di "villa rustica" romana, circa un centinaio di monete quasi esclusivamente del IV sec.d.C., da Costantino I fino ad Onorio. Non danno però l'idea di appartenere a un ripostiglio, o ad un "tesoretto" occultato, data la notevole dispersione sull'area.
Lo stesso dicasi per le monete documentate nelle "ville rustiche" nei pressi del Ponte dell'Ongaresca (S.Vendemmiano), che vanno da Augusto a Severo Alessandro, con una grossa lacuna nel III secolo (rari gli antoniniani suberati) e con una consistente presenza di emissioni della seconda metà del IV secolo (Costanzo Il, Valente, Graziano e Valentiniano li).
La consistente monetazione recuperata nella "villa rustica" di Prà della Stalla (Orsago), che ha restituito l'edicola dei Terentii (I sec.d.C.), concerne invece pochi assi sestantali e una ventina di sesterzi di Faustina, M.Aurelio, Commodo, Settimio Sev., lulia Mammea, Severo Aless., Gordiano III, Filippo le Il, che vanno dalla seconda metà del li secolo fino al 249; più un antoniniano di Emiliano del 253 (Archivio del Gruppo Arch. del Cenedese; reperti consegnati al Museo del Cenedese).

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- S.Fior - Godega - Orsago - Cordignano - Caneva - Polcenigo, seguiva un probabile decumano massimo della centuriazione Nord di Oderzo, orientata secondo il Vita! a 56 gradi NO, come suggerito dalle evidenti tracce sul terreno. Questa strada, segnata nei primi secoli da edicole ed epigrafi funerarie, da necropoli, da numerose "ville rustiche" e da depositi votivi(121), viene indicata nella documentazione medievale come 'Postojma, Postioma', oltre che come 'via Ungarica '(122), Tali denominazioni si ritrovano significativamente e sorprendentemente documentate sia nel tratto della via tra Piave e Livenza(123) 123) sia in quello tra Livenza e Tagliamento, a conferma della stretta correlazione con la via consolare.
Il percorso pedemontano della 'Postoyma-Ungarica', per comodità "Postumia alta", con i non difficili passaggi sui fiumi Piave, Livenza e Tagliamento probabilmente riattatato da un qualche imperatore che non ha lasciato memoria dell'opera - veniva preferito durante il tardo impero sia all'Annia litoranea sia al tratto della Postumia opitergina-concordiense. Queste vie avevano bisogno di continue manutenzioni e ripristini(124) per impaludamento e diffusione delle zone umide, a causa delle frequenti diversioni dei fiumi che scaricavano grandi masse di terra e diffondevano stagni e paludi. Dopo il 'diluvium aquae', riferito da papa Gregorio Magno al 589, sia l'Annia che la Postumia nel tratto concordiese sparivano definitivamente.
La Postoyma- Ungarica sarebbe quindi diventata nell'alto-medioevo la più importante via di collegamento Est-Ovest nel Veneto Orientale. Nel contempo i tratti viari superstiti a occidente del Livenza producevano un buon numero di diverticoli convergenti tutti a superare questo fiume nel tratto verso le sorgenti o al ponte di Cavolano.

121) CAPUIS, Carta Archeologica del Veneto, v.I, o le varie pubblicazioni locali già citate.
122) VERCI, I, n.XII, a. 1120, p. 14: 'in prenominato loco Talpone, scilicet a via que dicitur Ungarica, usque ad stratam que ... super Hospitale et saletum Plavis, quos habetur inter eosdemfines'.
123) Da Statuta et provisiones ducales terre Coneglani, libro IV, De via Postojme ecc. 'Statuimus.. quod via Postoime per quam itur versus Tarvisium debeat in conzo teneri'; e da Reformazioni del Comune, B.487-3, Arch.Conegl., a.1313-15, settembre: 'quod multi et multi sunt de terra Coneglani qui emunt bladum pro forensibus et vadunt ipsum bladum ad emendum superPostojmam..' (in VITAL, 1931, Tracce di Romanità, p.4, n.9).
124) Cfr. le epigrafi miliarie di Torviscosa e S.Martino di Terzo, già citate. Il numero preponderante di miliari del IV secolo, con la commemorazione di tanti imperatori, indicano la grande importanza strategica dei percorsi viari, ma suggeriscono anche la necessità di continui ripristini (cfr. BASSO P., 1987, Imiliari, cit.). Ricordiamo anche il permesso negato a Narsete di passare sulla via dell'entroterra, e il suo difficoltoso transito sull'Annia, nel 552.

 


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