Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°9 - 1996 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane
La Claudia Augusta Altinate.

Proprio per facilitare gli interventi militari nelle valli alpine contro Raeti e Vindelici nel 15 a.C. Druso tracciava la via Claudia Augusta, con partenza da Altino, che risulta completata dal figlio Claudio nel 47 d.C.(100). Questa strada non è ricordata negli itinerari antichi, né viene segnata sulla Ta buia Peuntingeriana, e il tratto Altinate fu identificato in base al cippo miliario rinvenuto a Cesio Maggiore(101). La costruzione della nuova via declassava l'Aurelia patavina-asolana, che era già predisposta per inserirsi all'interno delle valli alpine, ma evidentemente si ritenne più efficace munire un nuovo percorso incentrato sulla base militare di Altino, che si avvaleva perdipiù delle efficienti infrastrutture del porto-mercato.


99) Agennio Urbico e FRONTINO, De controversiis agrorum, p35 e 62, Lachman: 'per
Italiam nullus ager est tributarius, sed aut colonicus aut municipalis aut alicuius castelli aut
conciliabuli ..' (in MENGOZZI G., 1977, La città italiana nell'alto Medio Evo, FI, p342;
SCHNEIDER F., 1980, Le origini dei Comuni rurali in Italia, FI, p.79, nota 36).
La lex julia municipalis (la lex Rubria) ricorda "municipio, coloniae, praefecturae, fora,
conciliabula, vici" e "castella", e queste sono le sole divisioni amministrative romane da
Cesare in poi (cfr. MENGOZZI, cit., p.W7 e p.349; e SCHNEIDER, cit., p.78).
100) TOMBOLANI, Altino, p.26. BIASUZ G., Da Altino a Maia sulla via ClaudiaAugusta,
Arch. St. di Belluno, Feltre e Cadore, a.XLIV.
101) TOMBOLANI, Alt., p25. Il miliare di Cesio:
'T. CLA VDIVS. DRVSI. F./ CA ESAR. AVGVSTVS. GERMAI
N!CVS. PONT!FEX. MAXWMVS. TRIBVNICIA. POTESTA/
TE. VI. COS. IV. IMP. XI. P. P./ CENSOR. VIAM. CLAVDIAM./
AVGVSTAM. QVAM. DRVSVS./PATER. ALPIBVS. BELLO. PATE/
FACTIS. DEREX(E)RAT. MVNIT. ABIALTINO. VSQUE. FLVMEN/
DANWIVM. M. P. CCCCL.'

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A questo punto sorge il dubbio che il tratto Opitergium - Septimum 'Campi molies' , riferito dal Fraccaro alla Postumia, sia stato completato con un raccordo rettilineo ah Aitino-Opitergium, che apparirebbe evidente sulla carta topografica; questo itinerario sembrerebbe riutilizzato contemporaneamente alla Claudia Augusta quando, per altro verso, sempre dal caposaldo militare altinate si dispiegavano le forze per la conquista dei popoli alpini.
La Claudia Altinate, secondo il percorso studiato dal De Bon(102), conservò evidente nel tempo il suo tracciato rettilineo da Altino fin oltre il Sile, come risulta dalle evidenze sul terreno e dal terrapieno detto "Lagozzo" (b03), A Nord di Vascon, tra Catena e Case Postioma, incrociava il rettifilo della Postumia; a Spresiano presso la sede ferroviaria al Casello 38 si potevano notare, fino a non molto tempo fa, i resti del tracciato della via ben delimitato dalle canalette laterali per lo scolo delle acque. Questo percorso ad Est di Treviso viene confermato da numerosi ritrovamenti di sepolture del I sec.a.C.- I sec.d.C., che seguono l'allineamento Altino - Lovadina - Piave(104) La via, superato il fiume ai Mercatelli, puntava sul Quartier del Piave e Valdobbiadene, quindi per la gola di Quero e Fener, o di Segusino, raggiungeva Cesio, poi Belluno, il Cadore, Monte Croce Comelico e la Val Pusteria (ipotesi De Bon e Anti). Oppure secondo gli studi dell'Alpago Novello dopo il passaggio del fiume puntava diritto verso Follina, il passo del Praderadego e Zumelle, quindi, ripassato il Piave a Nave, si dirigeva verso Cesio Maggiore; di qui, sempre secondo l'Alpago Novello, seguiva piuttosto un itinerario per Feltre, Lamon, Castel Tesino e la Valsugana (105), Ma i percorsi non sono ancora definitivi, difatti una recente ipotesi del Rosada ritiene che la Claudia da Altino presso Musestre si dirigesse con un altro lungo rettifilo verso Treviso e Montebelluna, da dove puntava su Fener, segnata da un

102) DE BON A., 1938, Rilievi di campagna, in La via Claudia Augusta Altinate, Atti Ist.Ven. di SS. LL. AA., VE.
103) La derivazione da Augustus, con riferimento ad un antico tratto della via Augusta Altinate sembra impossibile da accettare da un punto di vista linguistico (PELLEGRINI G.B., 1987, Ricerche di toponomastica veneta, PD, p.34 e 170) e viene ritenuta una fantasia degli eruditi.
104) Cfr.Misu rare la terra: centuriazioni e coloni nel mondo romano il caso veneto, carta a p.173. Carta Archeologica del Veneto, I, p.165, F.38, Conegliano.
105) ALPAGO NOVELLO A., Da Altino a Maia sulla via Claudia Augusta, MI, 1972. Secondo ANTI C., 1956, La via Claudia Augusta ab Altino dalla Priula a Belluno, in Studi in onore di Calderini e Paribeni, vol.III, Milano-Varese, la via dopo il Praderadego e il passaggio sul Piave deviava verso Belluno ed il Cadore lungo il percorso studiato dal De Bon. Il FRACCARO P., 1939, La via Claudia augusta Altinate, in Rendiconti dell'Ist.lomb. di SS.LL., vol.LXXII, Pavia, ipotizzava un passaggio attraverso il passo di S.Boldo.

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miliario con l'XI miglio, e di qui portava a Feltre~(106): l'ipotesi risulta probabile sulla base degli attuali tracciati viari, anche se i dati archeologici lungo il percorso risultano scarsi. Questa variante della Claudia da Altino (via Treviso) e l'Aurelia da Padova si congiungevano presso Montebelluna come farebbero intendere i tratti stradali rettilinei ancora ben visibili ed efficienti. La via proseguendo verso Nord si collegava, presso Valdobbiadene, con quella che raccordava i percorsi viari sulla sinistra Piave.
Quale fosse la Claudia Altinate è ancora un discorso aperto. A questo punto sorge solo un problema di denominazione per quel percorso stradale, studiato dal De Bon, basato sul Lagozzo e sul tratto visibile fino a poco tempo fa nella zona di Spresiano, che testimoniava una grande arteria da Altino diretta verso il guado del Piave. Sarà poi da indagare se quella strada passato il fiume volgeva verso Valdobbiadene o se invece puntava sulla 'statio militaris' di Ceneda, secondo la vecchia ipotesi del Vital(107), che sarebbe il caso di rivalutare. Di qui per il passo del Fadalto portava verso l'Alpago, seguendo poi la valle del Piave toccava il Castellum Laebactium, il Cadore, e dirigeva su Littamum (S.Candido), seguendo il collaudatissimo tracciato dell'antica pista paleoveneta. Da un punto di vista pratico, il transito da Altino al Danubio, via Feltre e Trento, sembrerebbe un doppione della Claudia da Hostilia(108), oltre a comportare per i movimenti delle truppe un lungo giro vizioso attraverso il Trentino, mentre l'itinerario Ceneda - Fadalto
- Cadore risulterebbe di più rapido supporto alle operazioni nelle vallate della Drava. Oltretutto questa ipotesi di percorso non trascurerebbe inspiegabilmente vaste e popolose aree alpine, lasciandole inopportunamente incontrollate da un punto di vista tattico. Difatti risulta evidente dall'importante documentazione archeologica di prima epoca romana, concernente insediamenti, epigrafi, necropoli, reperti e, soprattutto, santuari, attivi fino al IV secolo d.C.(109), che l'itinerario Ceneda - Alpago - Cadore venne


106) ROSADA G., La direttrice romana sulla destra Piave e a sud di Feltria: dalle ricognizioni De Bon ad alcune note topo grafiche e di metodo, in "PADUSA", a.XXVIXXVII, PD,l992, pp.229-246.
107) VITAL A., 1931, Tracce di romanità nel territorio di Conegliano, in Archivio Veneto, s.V. vol.IX, cap.III, p34 segg.
108) Cfr. le varie ipotesi in BASSO P., cit., p93.
109) Per l'abbondante documentazione cfr. CAPUIS, Carta Archeologica del Veneto, I,o le pubblicazioni locali, in parte citate, cui si aggiunge l'informazione medita che anche il santuario paleoveneto sul M.Altare sopra Ceneda, ha una continuità di consistente frequentazione fino al IV secolo d.C.; sono documentate, tra l'altro, una cinquantina di monete, in maggioranza antoniniani, del III sec., ed una ventina di altre del IV sec.d.C. (Archivio del Gruppo Archeologico del Cenedese. I reperti, a oggi, sono ancora nei depositi del Museo del Cenedese, o presso la Soprintendenza Archeologica del Veneto).
Il tratto S .Floriano - Passo del Fadalto non ha restituito finora alcuna documentazione di epoca romana, probabilmente ricoperta dalle frane di epoca storica.

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costantemente frequentato.
Poiché la Tabula Peuntingeriana non mostra la Claudia Augusta altinate, né i tardi estensori degli antichi itinerari annotarono questa importantissima via, si azzarda l'eventualità che la Claudia Augusta 'ab Aitino' fino al Piave all'epoca della compilazione degli stradari, fosse ormai abbandonata. Con la decadenza di Altino, a partire dal III sec.d.C.(110), quel primo tratto della Claudia risultava obsoleto.

110) SCARFI' B.M., 1985, Storia di Altino, in Altino Preromana e Romana, p35: 'Le
testimonianze diventano quanto mai saltuarie dal III secolo in poi'; e più avanti: 'ma
quello che invece mostra finora la tarda archeologia altinate è grande decadenza


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