Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°3 - 1984 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane

Rassegna Bibliografica

E. TRANCHINI - F. FOTI, Le antiche fabbriche di armi bianche a Ceneda e a Serravalle, Treviso, T.E.T., 1983.

E. TRANCHINI - R. SALVADOR, Le antiche fonderie di campane e di bronzi artistici, Vittorio Veneto, 1983.

Dopo i volumi: Ceneda - Serravalle - Vittorio Veneto. Cenni storici e documentazione postale, pubblicato nel 1975 in collaborazione con Fiorella Foti, e Gli ebrei a Vittorio Veneto dal XV al XX secolo, del 1979, Ennio Tranchini, nel corso del 1983 ha dato alle stampe due nuove opere e precisamente: in gennaio Le antiche fabbriche di armi bianche a Ceneda e a Serravalle e, in settembre, Le antiche fonderie di campane e di bronzi artistici a Ceneda, scritta in collaborazione con Fiorella Foti la prima e con Rita Salvador la seconda.
Questi due nuovi libri, frutto di private ricerche su due settori specifici dell'artigianato di Vittorio Veneto, quello appunto della produzione delle prestigiose lame per spade, fiorente a Serravalle tra il '400 e il '600, e quell'altro delle campane e dei bronzi artistici usciti dalla rinomata fonderia De Poli di Ceneda, rappresentano altrettante piccole tessere del composito mosaico della storia e della storiografia locale, che tuttavia contribuiscono ad una più articolata conoscenza.
L'autore ha pure in cantiere altre opere sui Monti di Pietà e gli Istituti di Credito nel Vittoriese, oltre ad un altro lavoro sulle cartiere esistenti in passato a Serravalle e a Ceneda; in tal modo il Tranchini, coneglianese di origine, ma vittoriese di adozione essendosi qui
stabilito per lavoro nel 1960, si sta accreditando in ambito locale come un attivo ricercatore, con delle pubblicazioni apprezzate sia per la veste tipografica, sia, grazie anche all'apporto importante delle sue giovani collaboratrici , per la prosa spigliata che le contraddistingue.
Tra la messe di notizie raccolte dagli autori del primo libro, veniamo a sapere per esempio che spade "datocco", "dalato", "schiavone", "alla spagnola", recanti impresso sulla lama il marchio "Marson-Ceneda" sono tutt'ora custodite in importanti musei d'Italia e d'Europa, come Milano, Firenze e Parigi; nel "Livrumstkammaren" di Stoccolma poi si conserva quello che viene considerato un autentico "pezzo forte", ossia la spada "da lato" che venne usata dal re Gustavo Adolfo Il nella memorabile battaglia combattuta a Lutzen nel novembre del 1632 dagli Svedesi contro gli Asburgo. In quella circostanza il valoroso sovrano perse la vita e la sua spada, con il marchio "Ceneda-Marson" venne trovata proprio sul campo di battaglia: è lunga 1156 mm., pesa 1410 gr.
Come gli Autori hanno osservato nella introduzione, lo scopo del loro lavoro è quello di "risvegliare lontane memorie e di rievocare il febbrile fervore di attività oggi scomparse". Anche il secondo volume, pubblicato con il contributo

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determinante della Associazione Artigiani della Marca Trevigiana si può dire che abbia assolto a questo compito. Forse a qualcuno oggi, ossessionato da questa nostra società dei rumori, lo squillo delle campane può perfino dare un pò fastidio, ma non dobbiamo dimenticare che esse in passato, suonando a distesa, a martello o anche a morto, hanno ritmato le giornate della gente, segnando per ognuno le tappe più importanti della sua vita. E le campane della fonderia di Ceneda sono a tutt'oggi molto ricercate non solo per 'Taltissimo livello di perfezione tecnica "e per la particolare "dolcezza e pastosità della voce- che le distingue dalle altre, ma anche per le belle decorazioni ed iscrizioni che le ornano, e che rivelano la mano di artisti di primo piano, come il "mastro" incisore e decoratore Bernardo De Marchi, autore di tanti pregevoli fregi e figure.

Giorgio Mies

 

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